sabato 31 marzo 2018

Da grande voglio diventare come Ale

Oltre ad Alessandro ho un'altra figlia, Jessica. Ha ventidue anni e da quasi quattro vive a Londra. Lavora e frequenta l'università, ha un fidanzato inglese che si chiama Matt e dallo scorso anno vivono insieme in un nuovissimo appartamento in centro.
Ci vediamo solitamente solo due o tre volte l'anno alternando lei da noi o noi da lei... ma solo per pochi giorni. Ci manca? No... perché ci vediamo spesso con Facetime dell'Iphone, spesso ci tiene compagnia mentre ceniamo, il telefono o l'Ipad appoggiato ad una bottiglia. Chiama mentre sto cucinando e la telefonata continua anche due ore...
Jessica è quella che richiama all'ordine Alessandro, la sorella maggiore che gli fa le raccomandazioni... non è mamma e papà contro cui ci si scontra nell'adolescenza... lei ci è già passata e capisce...
E' tornata a casa solo per due giorni quando Alessandro era in ospedale, per il giorno del suo compleanno, subito dopo il primo intervento...

Qualche mese fa avevamo organizzato di vederci a fine marzo, tornare a casa a Pasqua sarebbe costato troppo e lei avrebbe lavorato, andare noi improponibile... la meta perfetta? Ibiza!
Una sola notte, un solo appartamento per tutti, poche ore ma sufficienti per stare un po' insieme.
Non sapevamo se Alessandro avrebbe potuto affrontare il viaggio... ma abbiamo rischiato, il volo aveva proprio un prezzo irrisorio e potevamo anche rischiare di perdere il denaro speso!

Invece ce l'ha fatta... anche se non sta benissimo e si stanca facilmente siamo partiti. Bagagli pieni di pasta, biscotti, caffè, cipolla, dado e olio per imbastire una pastasciutta, un salame sottovuoto, panini già imbottiti di prosciutto e formaggio...  e la borsa di Ale! Per una sola notte abbiamo dovuto portarci tutto il materiale per il cambio placca  e sacca, sondino e siringa per il lavaggio, carta Scottex e maxi pacco salviettine, pasta, spray, cerotti, creme... l'iniezione di antitrombotico (finalmente ieri sera sono finite!), il ferro che finalmente gli ha prescritto la dottoressa, il colino per filtrare la spremuta d'arancia... e il certificato che attesta che Alessandro deve portare con sé tutto il suo armamentario.

In aeroporto a Bergamo la borsetta è passata senza bip, compresa la forbice per tagliare a misura il foro della placca, è suonato Alessandro. Quando gli hanno fatto alzare le braccia per procedere alla perquisizione l'addetto spaventato ha chiesto: "Cos'è quello lì?" In effetti un sacchetto marroncino che pende dalla pancia (sebbene quasi interamente coperto dalla fascia addominale che deve ancora portare) non è una bella cosa normale da vedere... Cosa ci sarà mai dentro? polvere da sparo? è una bomba? no no... tranquillo... è solo cacca.

Un'ora dopo il nostro arrivo sono arrivati anche Matt e Jessica, abbiamo iniziato a goderci i nostri due giorni insieme. Jessica e Alessandro che facevano gli scemi insieme... e Matt che capendo poco e niente li guardava allibito...











Nonostante fuori ci fosse un bel sole caldo e invitante, abbiamo passato il pomeriggio in casa, Alessandro era stanco e lo abbiamo lasciato dormire un paio d'ore, prima di tornare fuori ad esplorare spiagge... e ad aspettare il tramonto sul Cafè de Mar davanti ad una Sangria bianca.









 Il giorno dopo abbiamo affrontato la salita alla città vecchia, io e Ale con qualche tappa, per il ferro basso ha battiti alti che si alzano ancora di più sotto sforzo... perciò meglio andare con calma... Il servizio fotografico intanto è proseguito... con Alessandro e Jessica che non perdevano l'occasione per fare gli sciocchi... un po' più uno, e poi un po' più l'altra...





Jessica ha assistito alla routine della sera della medicazione e del lavaggio col sondino, del cambio sacchetto... guardava Alessandro e gli diceva come sei bello... (lui gongolava!), rideva delle sue battute... alla fine ci ha detto: "Da grande voglio diventare come Ale."

Buona Pasqua di Resurrezione a tutti.

Nessun commento:

Posta un commento