domenica 31 dicembre 2017

2017 CHIUSO!

Da quando è RIritornato a casa Alessandro sta bene...
Mangia finalmente volentieri, tutto, tutto quello che può mangiare, e mangerebbe anche quello che non può, e che non mangiava nemmeno prima!
L'abbiamo pesato... a casa Cavalleri la pesa è una mania... ma stavolta dobbiamo tenere monitorato Alessandro.
51 chili, negli ultimi giorni in ospedale ne ha persi ancora due...
Ora deve recuperare, rimettersi in forze perché tra due mesi il Professor Nascimbeni lo vuole operare di nuovo...
Cammina, fa i suoi giretti intorno al tavolo, va in cucina, poi in camera, si risiede... sale dai nonni, ha ricominciato a giocare al computer (buon segno...)
E' fragilissimo, come la discussione si anima trema forte e si è messo a piangere per un nonnulla... 
Riesce però a dormire abbastanza tranquillamente.
Siamo diventati bravissimi con il suo sacchetto, ho comperato una caraffa di plastica, lui si mette in piedi e la sorregge, io mi infilo i guanti in lattice, srotolo, schiaccio, pulisco con la carta igienica e richiudo. Butto nel wc, igienizzo con l'Amuchina la caraffa.
Se dobbiamo cambiare anche la placca prima lui la stacca con un pezzo di carta casa inumidito, poi io pulisco bene con cotone bagnato e sapone di Marsiglia, tampono per asciugare, spruzzo lo spray protettivo e incollo la placca, poi aggancio il sacchetto.
Le ferite sono sempre bruttine, procedo con la medicazione mattina e sera, la peretta di Mesalazina (quel sangue ogni tanto c'è ancora... ogni tanto sporca i boxer, sto provando diversi tipi di assorbenti ma poi non sono mai larghi abbastanza...).
Al mattino ci sono un sacco di pastiglie, ma a pranzo e cena solo tre... le prende senza problemi e finalmente faranno effetto!

Io? Mi sto riprendendo dalla stanchezza, il mio letto e il mio cuscino aiutano molto...
La testa? la testa non molla.
Non si può mollare perché appena penso che sia finita... ricomincia. C'è sempre in agguato qualcosa che può andare storto.
D'altronde la prima legge di Murphy lo insegna: Se qualcosa può andare male, andrà male...
Non basta tutto l'ottimismo del mondo, le preghiere, i pensieri positivi... tutte belle cose, servono a tranquillizzare l'animo e potranno anche influire sul risultato... ma solo quando è il momento.

Io ho sempre le mie logiche del cz... come dicevano le mie amiche...
Possiamo affannarci quanto vogliamo, ma tutto è già deciso da forze più grandi di noi, il destino, Dio.

Io CREDO, e prego, ma a quasi cinquant'anni ho ormai imparato che le cose bisogna lasciarle andare per il loro corso, bisogna impegnarsi sì, ma senza sforzarsi allo stremo; per la mitologia romana erano le Parche a reggere i fili della vita e del destino degli uomini, per me che sono cattolica è Dio.
Lui sa cosa è meglio per noi, c'è una spiegazione in tutto quello che avviene, nel percorso anche doloroso che dobbiamo compiere, c'è un insegnamento.
Non sempre ciò che all'inizio si rivela negativo alla fine lo è...
Quest'anno il trasloco del negozio è stato massacrante, in tutti i sensi, non solo per la fatica a smantellare e spostare tutto... è stata una sconfitta, un retrocedere... ma necessario.
Non so come avrei potuto seguire Alessandro se avessi avuto ancora il negozio vicino casa... avrei dovuto chiudere per mesi...
Perché tre locali che sembravano giusti alla fine sono stati annullati? Perché dovevo finire proprio davanti all'Ospedale... Roberto se la prendeva e io cercavo di calmarlo, non preoccuparti, se va così vuol dire che deve andare così... lascia stare, si sistemerà tutto.
Non sono quella che lascia passare la vita senza far nulla... anzi...  mi do da fare e molto... ma so quando è il momento di fermarmi e aspettare.
Alessandro era ed è nelle mani di Dio. 
Per quanto i medici o noi facessimo... tutto dipendeva da Lui.
Tutte le preghiere sono servite? Certamente.
Ma Alessandro, come tutti, aveva il suo percorso da fare. Il perché? Ora non lo so.
Ma come ho risposto a Ivan quando me l'ha chiesto forse avremmo avuto un figlio alcolizzato, e per ora Alessandro ha visto come si è ridotto Salomone bevendo... avremmo avuto un figlio drogato, e per ora Alessandro ha provato quanto stava male con l'anestesia e quante brutte cose vedeva se chiudeva gli occhi.
Forse... forse... forse...
Non lo sappiamo.
Questa esperienza gli servirà per il futuro, lo ha fortificato, lo ha reso maturo, a momenti lo guardiamo e lo vediamo già vecchio. E non per i pannoloni che ha dovuto portare...

Quanti mi hanno chiesto COME potevo sopportare quello che stava succedendo... Si fa e basta.
Quanti mi hanno chiesto COME facevo a non dormire e lavorare, fino a quando avrei resistito, se non crollavo... Si fa e basta.
Sono una mamma. E le mamme possono tutto.
Ci sono stati momenti di tensione... soprattutto in famiglia, sicuramente per il troppo bene che vogliono ad Alessandro mia mamma e mia sorella hanno cercato di "passarmi davanti", come se loro sapessero cosa era meglio per lui, e non io. Forse è vero, avrebbero potuto fare meglio, ma sono io la mamma di Alessandro, e lui aveva e ha bisogno di me.
Sarebbe stato facile lasciarle a dormire con lui la notte, ma con lui dovevo esserci io, sempre. Già tornare a casa il sabato per me è stata dura, ma avevo bisogno di recuperare per non crollare sul serio. Era un momento per staccare e ripartire per un'intera settimana.
Ho pianto? Sì, per tutti i corridoi dell'ospedale, all'andata e al ritorno. Per sfogarmi. Ho risolto qualcosa? No... ma mi sono sfogata.
E' stato facile assistere Alessandro nei suoi momenti più intimi? Quando vomitava?
No... perché entrambi avevamo un forte senso del pudore, e perché fatemi medicare ferite, vedere sangue, non c'è problema. Cacca e vomito sono il problema. 
Erano il problema.
C'era da farlo e l'ho fatto. 
Come quando è morta mia suocera e l'infermiere ha chiesto a me e Ivan se volevamo aiutarlo a lavarla e rivestirla. L'ho fatto.
E' l'amore che ti fa fare tutto.
E' l'amore che ti dà le forze per affrontare qualsiasi cosa.
Ancora e ancora.
E cosa c'è di più grande dell'amore di una mamma? Di chi ha dato la vita?

Cosa ho imparato da questa esperienza fino ad ora? Che non c'è mai limite al peggio... e che se non dormo divento cattiva.
Tutto il resto lo sapevo già:
Che ho un figlio straordinario
Che la famiglia c'è sempre, e quando serve lascia da parte gli screzi
Che sono piuttosto forte per sopportare le batoste della vita, a furia di prenderle...
Che sono circondata da amici, conoscenti e clienti meravigliosi
Che per tanti ti stiano intorno, ti accorgi sempre di chi manca
Che Dio esiste

Per chiudere l'anno, ho ricevuto il messaggio di un'amica, mi ha fatto molto piacere. Ci siamo perse un po' di vista... ma sotto sotto l'amicizia era sincera e c'è ancora, mi ha fatto dei complimenti che immodestamente mi sento di meritare. Grazie a lei e a tutti quanti... all'anno prossimo!
Un anno migliore!








venerdì 29 dicembre 2017

Se sei d'accordo ti mando a casa.

Da quando ieri il sacchetto ha ricominciato a riempirsi va tutto bene...
Alessandro ha mangiato la minestrina con l'omogeneizzato di carne, ha preso le pastiglie, stamattina ha fatto colazione e preso tutte le pastiglie...
Nessun problema.
Abbiamo dormito abbastanza...
E' arrivata Fefé (Federica, la più carina delle infermiere, veloce e precisa) alle 5.20 per il prelievo urgente, controllo parametri, gli ha sistemato tutte le ferite, c'è un po' di infezione, mi ha mostrato come pulire, ci ha dato un tubetto di un gel che disinfetta e fa ricostruire la pelle, al posto del drenaggio c'è ancora un cratere.
Prova della temperatura:
37.9°

Eh no... cacchio... e la febbre da dove arriva?
Gli attacca subito una flebo di Tachipirina e a seguire una di vitamine.

Alle otto invece del Professor Nascimbeni passa un altro medico:
"Cosa ne dici? Se sei d'accordo io ti mando a casa."

Alessandro mi guarda smarrito...
"No... no. Ho la febbre."
"Dopo vediamo i parametri e sento Nasci (Nascimbeni) cosa ne dice."

No, no, è fuori discussione... io a casa non lo porto... per ritornare dentro di nuovo tra due giorni???
No, no... E poi questa febbre da dove viene di nuovo? Sta anche già prendendo l'antibiotico...

Di lì a poco arriva il Professor Nascimbeni che usa le stesse identiche parole, ma la risposta non la vuole certo da Alessandro... gliel'ha già detto più volte che qui si fa quello che vuole lui...
"Se sei d'accordo ti mando a casa."

Alessandro ha gli occhi fuori dalla testa mentre ripete no e scuote la testa.
Mi guarda perché io intervenga.
"Ma ha la febbre..."
"Sì ma la febbre ci può stare con questo tipo di intervento, io vado in ferie e torno il 7, se capita qualcosa (?) non venite qui (?) ma andate direttamente in Gastroenterologia, ci penso io ad avvisare i colleghi. Poi ci sentiamo al mio rientro."

Ok, alla parola Gastroenterologia ci calmiamo... là c'è LA FAMIGLIA, saremo in buone mani SE CAPITA QUALCOSA...
Mi faccio coraggio e chiedo quale sarà l'iter ora.
"Tra un paio di mesi faremo un nuovo grosso intervento, circa cinque ore, ricanalizziamo, togliamo il retto, ma non possiamo far passare subito le feci, ci saranno centinaia di punti, perciò faremo un altro foro sotto a quello che c'è già. Dopo altri due mesi un piccolo intervento di circa un'ora, quello definitivo, chiudiamo il foro che c'è ora e può riprendere la sua vita. Per l'estate dei al mare coi tuoi amici.

Già... mare... amici...
Alessandro non lo sa ancora ma alle dieci Roberto è in stazione a prendere Luca e Giorgia da Parma, due suoi  amici del mare che gli faranno una sorpresa.

Poco dopo lui è in poltrona e io sto prendendo appunti per il blog quando qualcuno bussa alla porta.
"E' permesso? E' per voi il succo di mirtillo?"
E' Luca con la bottiglietta in mano, e lo segue Giorgia.
Alessandro è MOLTO sorpreso e commosso... a me si stringe il cuore perché nel sorridere la pelle si tira sopra le labbra... mi fa impressione...

Quando più tardi accompagno Alessandro in bagno per prepararci ad andare a casa, con Giorgia e Luca, loro confidano a Roberto che nonostante lui li avesse avvisati, sono rimasti molto shoccati quando lo hanno visto...

Per fortuna sono arrivati loro, e tornare a casa insieme a loro è stato accettabile...
Ha passato qualche ora in compagnia, poi Roberto li ha accompagnati in Stazione.

Dopo il lavoro sono tornata a casa anch'io.
Ricominciamo.
Prima notte a casa.

giovedì 28 dicembre 2017

Secondo me non l'hai messa nel buco giusto

Quando ieri sera Alessandro è tornato a letto, tra un giro e l'altro in sala Tv per la partita, ho chiamato perché venissero a  fargli la peretta di Mesalazina.

Come al solito si è girato sul fianco sinistro...
L'infermiera ha proceduto e lui:
"Secondo me non l'hai messa nel buco giusto!"
Oddio... io ho iniziato a ridere di gusto, com'era da tanto che non facevo... Il buco giusto...

E l'infermiera:
"Tesoro ti assicuro che l'ho messa nel buco giusto!, fossi stato una donna potrei avere dei dubbi... ma con te sono sicura..."



Oh Alessandro! Sei troppo forte... stai soffrendo e mi fai ridere...

Al cambio turno, giusto quel minuto in cui si era steso deciso a dormire per poi rialzarsi subito, sono arrivate le due infermiere a vedere come procedesse. Spiego che vomitava ancora.
"Ah anch'io eh... Ho 38 di febbre e ho la dissenteria" fa una.
"Via di qua, si allontani... cos'è venuta al lavoro a fare?" ma dico io... con pazienti senza difese deve venire a lavorare?
Ma mi consolo, anche Alessandro avrà l'influenza, appena passa smetterà di vomitare e starà bene.

Alle 23.30 ho suonato il campanello, non ce la faceva più dal male; è arrivata una Os e le ho chiesto che mandasse qualcuno con un antidolorifico.
Alessandro quasi urlava:
"Mi fa malissimo, aiutoooo!"
Mi sono spaventata, ma Alessandro ha alzato le spalle:
"Mi fa molto male, ma non così tanto... ma se non faccio così qui non viene nessuno."
E bravo il mio Alessandro.
Ma sta male davvero, solo che lui soffre in silenzio... come ho insegnato ai miei figli fin da piccoli.

Alle 23.40 ho suonato di nuovo. E' arrivata l'infermiera che poco dopo è tornata con una flebo di Tachipirina.
La mia pazienza era esaurita.
"Di nuovo Tachipirina? Ma non avete nient'altro da dargli? E' da ieri che dice di avere dolori e non gli avete ancora dato niente... Ma insomma, ha 16 anni non 60! E' da ieri che aspettiamo di avere l'esito delle radiografie, stamattina ha fatto l'ecografia e non sappiamo ancora niente e  arriva con la Tachipirina?"
Se n'è andata alla velocità della luce, lo so che sono stata scortese... ma ormai Alessandro dolorava da troppo tempo e qui nessuno se ne curava. Due giorni d'ospedale e nessuno ci aveva detto niente...

A mezzanotte non era ancora tornata, prima di suonare di nuovo il campanello sono andata a cercarla in infermeria, girava con una scatola in mano.
"Adesso arrivo, sono andata a chiedere al medico cosa potevo dargli perché nella cartella non c'era scritto niente."
Dopo altri 5 minuti è arrivata ad attaccare la flebo con il Contramal.
"Piano, piano, così non dà problemi"
Ma tarda anche  a fare effetto...

Alle cinque finalmente si è addormentato, il Contramal ha funzionato. Per ore con il telecomando ha tirato su il letto, giù il letto, si è girato di là, e poi di qua, e poi supino, e poi su il letto, e giù il letto...
"Mamma scusami se non ti faccio dormire, ma mi fa male"
Cosa non avrei fatto per fargli passare il dolore? Per prenderlo su di me?
Impotenza. Che brutta cosa.
Sono mesi che mi sento impotente contro questa malattia di merda.
Perché? Ancora una volta, perché a lui?

Alle otto meno dieci si apre la porta, stavo ancora dormendo. Era Francesca, la moglie di Eric, il fratello di Ivan, è nell'ambulatorio qui accanto per forti dolori addominali, ma non c'è un letto per ricoverarlo e sta aspettando.
Mi sono chiusa in bagno a cambiare la mia tenuta da notte, alle otto solitamente arriva il professor Nascimbeni e se arriva mi trova ancora in poltrona a dormire.
Sono uscita giusto in tempo mentre entrava.
Si è avvicinato al letto di Alessandro e mentre gli spiegavo che si era finalmente addormentato da poco alza le coperte e ...........
ahhhhhhhhhhhhhh
ohhhhhhhhhhhhhh


Dal sacchetto usciva roba, tanta roba.
"Bene bene, bene..."
E il Professor Nascimbeni se ne è andato... lasciandomi sola con tutta quella roba.

Chiamare? Neanche per idea... Mi sono affacciata in corridoio e ho visto il cahos...
Mi sono infilata i guanti e con quello che avevo, telini, salviettine umidificate, rotolone carta casa, ho iniziato a ripulire... sopra la pancia, sotto la schiena... e questa fragolina che continuava a produrre...
Sono andata alla ricerca di una padella in cui mettere tutto...

E' tornato il Professor Nascimbeni, un'occhiata veloce:
"Bene, bene."
"Non smette più..."
"Bene, bene..."

Ma io lo avevo detto che era dalle tre del mattino di tre giorni fa che non si riempiva...

Io e Alessandro pian piano stacchiamo la placca, pulisco lo stoma,  lo accompagno in bagno sotto la doccia per ripulirsi del tutto, lo aiuto a spogliarsi, lo bagno con il doccino, metto il dettergente, sciacquo, prendo la salvietta per asciugarlo... e la fragolina produce.
Ahhhhhhhh
Doccino, detergente, risciacquo, prendo la salvietta e la fragolina produce...
Ricominciamo, doccino, detergente, risciacquo...
Ahhhhhhhh
Doccino, detergente, risciacquo, prendo la salvietta e la fragolina produce...
Ricominciamo, doccino, detergente, risciacquo...
Asciugo...
Ce la facciamo.
Su la canottiera, la maglia del pigiama.
Stendo un telino pulito sul materasso, si sdraia.
Spray protettivo, soffiare per asciugare. Modello la placca, sono pronta per attaccarla, e la fragolina produce...
Ahhhhhhhh
Salviettine umidificate, una, due, tre, quattro... ma quanto produce?
Tampono per asciugare. Spray. Soffio per asciugare. Scaldo la placca, pronta ad incollare...
E la fragolina produce.
Ahhhhhhhh
Salviettine umidificate, una, due, tre, quattro... ancora???
Tampono per asciugare. Spray. Soffio per asciugare. Scaldo la placca, pronta ad incollare...
Dai che ce la facciamo... io e Alessandro ridiamo...
La fragolina ci fa gli scherzi!
Incollo veloce la placca e poi faccio aderire il sacchetto. Ce l'abbiamo fatta!

Ripulisco tutto, porto la padella nella stanza apposita e chiamo perché vengano a rifare il letto. 
E vengo sgridata dalla Os!:
"Un'altra volta non la metta la placca nella padella, perché dobbiamo metterci le mani noi a tirarla fuori". A parlare è quella che non sorride mai, e quindi mi è pure antipatica!
"E dove la dovevo mettere? La lasciavo sul letto? Nelle lenzuola? Non ero io che dovevo farlo, vi dovevo chiamare e dovevate ripulirlo voi, ho solo due mani e usciva roba ovunque, e non avevo niente per fermarla e pulire!" 
Non è che tutti i pazienti in dotazione hanno guanti, salviettine, carta casa, telini... o siano in grado di fare certe cose...
Io ho risparmiato a LORO di pulire tutta quella merda e si lamenta perché deve togliere la placca dalla padella? 
Ma stiamo scherzando?
Io ci metto le mani e loro che è il LORO lavoro no?
Ma ti raccomando...
Sono due mesi quasi che facciamo il loro lavoro...
Forse gli sta proprio bene mettere e togliere padelle agli anziani che si fanno tutto addosso... e fargli pure il bidet...

Sono cattiva?
Sì, sono cattiva.









mercoledì 27 dicembre 2017

Inter vs Milan 2

Appena arrivati in reparto ieri abbiamo ritrovato Roberto, il nostro compagno di stanza, lui è rientrato la sera stessa con forti dolori e perché vomitava sangue.
Sono convinta che siano stati troppo frettolosi nel dimetterci prima di Natale.
Il reparto era incasinatissimo per le ferie degli infermieri, se non le facevano le perdevano, durante l'anno non le hanno fatte o non gliele hanno fatte fare... chi lo sa... dicono che è così ogni anno, ma ogni anno è Natale, mi dico... dovrebbero essere pronti! intanto chi ci rimette sono i pazienti.

Per tutto il giorno Alessandro ha avuto dolori, non ci hanno detto niente delle radiografie di ieri, non sappiamo niente della causa del vomito.
Alessandro è a digiuno da ieri, stamattina e a pranzo solo un po' di tè.

Siamo scesi a fare l'ecografia all'addome, l'attesa è stata lunga e Alessandro soffriva molto. Gli ho sistemato il suo cuscino dietro la schiena sulla carrozzina, ma non trovava la posizione giusta. Una coperta di pile sulle spalle e una sulle gambe. Si alzava e facevamo due passi, si appoggiava al muro, si sedeva sulle sedie della sala d'aspetto, prima senza cuscino, poi col cuscino, poi senza cuscino, poi tornava sulla carrozzina, poi altri due passi.
"Scusa mamma, lo so che ti faccio tribolare".
"Non preoccuparti tesoro, mi spiace che stai così male."
Gli accarezzo il viso, i capelli, gli massaggio il collo...

Avevamo tre persone davanti ma andava per le lunghe, e lui soffriva. I tre dopo di noi erano preoccupati per lui. Se fossero stati avanti ci avrebbero ceduto il posto, quelli davanti a noi no... non ci hanno pensato.
Cercavo di tenerlo buono come potevo, voleva tornare in camera, stendersi.
Non si è mai lamentato fino ad ora, ma oggi non ce la faceva più.
Sul muro gli ho fatto leggere un cartello scritto dagli infermieri:


Ad un certo punto ha avuto nausea, mi chiede il secchio... ma dove lo trovo nella sala d'aspetto dell'ambulatorio? C'è solo un piccolo lavandino, e già mi chiedo cosa ci faccia lì.
"Se hai bisogno ti alzi e vomiti nel lavandino."
"No mamma, dammi il secchio."
"Quale secchio?", vaneggia?, sempre colpa dell'anestesia...
"Mamma, il secchio, quello lì."
Me lo indica, è il cestino della spazzatura.
Glielo metto in braccio e si tranquillizza.


Quando finalmente ci hanno fatto entrare e si è steso sul lettino ha iniziato a stare un po' meglio, ad avvertire meno dolore.
Il medico muoveva la sonda sul fianco destro:
"Il fegato è a posto. C'è un piccolo versamento di circa un centimetro e mezzo."
Si è spostato sul fianco sinistro:
"La milza è nella norma".


Andava su e giù per l'addome, dove poteva in mezzo ai cerotti che coprono i vari tagli. Si fermava, toglieva i cerotti e metteva degli adesivi trasparenti. Spalmava il gel e ripassava la sonda. Ripetutamente.
Niente. Non si vedeva niente.
"Qui è tutto pieno d'aria, non si vede niente, valuterà il chirurgo".
Mi sono un po' spaventata... chirurgo... taglia... di nuovo.
Visto come è fortunato di sicuro devono intervenire di nuovo, è uscito qualcosa...

Siamo tornati in camera, nessuno in vista. La camera è in fondo al corridoio, fuori dal passaggio tra infermeria, cucina, bancone accoglienza... si sono dimenticati di noi.

Nel pomeriggio è arrivato Ivan, non ha vomitato la minestrina che gli hanno dato, o almeno quel poco che ha mangiato, Ivan gli fa prendere le pastiglie in piedi e lo costringe a camminare, ma Alessandro ha dolore e vorrebbe stendersi.
E' tornata la febbre, gli hanno attaccato una flebo con l'antibiotico. Ma quanti antibiotici gli hanno fatto in queste settimane? Così tanti neanche in tutta la sua vita. Ho avuto un figlio sano io.

Quante volte in queste settimane me lo sono ripetuto? Nella mia vita ho avuto tanti problemi, ho fatto errori,  ma avevo fatto due figli belli, sani e intelligenti. Me lo sono detto tante volte quando li guardavo. Ero fortunata. Ero.
Perché non è vero che ho fatto due figli sani.
Se Alessandro si è ammalato, se ha la rettocolite ulcerosa è colpa mia, mia e di Ivan messi insieme. Sono stati i nostri geni mischiati.
Io non volevo fare un figlio per dargli tutta questa sofferenza.

E' arrivata sera, e io ho ripreso il mio posto vicino ad Alessandro, che non sapeva più dove stare...
Due passi, poi si stendeva sul letto, poi voleva stare in poltrona...

Verso le nove è passato Roberto a chiamarlo:
"Dai vieni! C'è la partita. Inter-Milan".

L'ho convinto ad andare in sala Tv.
Si è sistemato sulla poltrona a rotelle, poi sono andata a prendergli il cuscino perché stava scomodo, poi ha voluto tornare a letto.
Si è steso venti secondi e ha voluto tornare alla partita.
Si è messo sulla poltrona di nuovo ma non si poteva reclinare, sono andata a prendere quella che uso la notte. Gli ho alzato i piedi. Sono andata a prendergli la coperta.
Siamo tornati  a letto, io spingendo la poltrona.

Nel frattempo Roberto, interista (pure lui come Riccardo, due compagni di stanza, due interisti), si lamentava della scarsità di gioco della sua squadra.
ogni tanto altri due pazienti andavano e venivano per vedere a che punto stava il risultato, interisti pure loro...

Siamo tornati di nuovo in sala Tv, Alessandro si è seduto sul divanetto, poi ha cercato di sdraiarsi, abbiamo assistito al gol del Milan... ma Alessandro non ha forze per esultare. Il dolore non gli dà pace.

Mentre stavamo tornando per l'ennesima volta in camera barcolla, lo sostengo e vomita... fa la strada dal corridoio alla camera... si sporca il pigiama.
Dal fondo del corridoio una Os mi ha visto ed è venuta a pulire, gettando in terra delle lenzuola pulite.
Io l'ho accompagnato in bagno per ripulirlo e cambiarlo prima di metterlo a letto.
Un'altra cena andata, vitamine e calcio...
E prepariamoci ad un'altra bella notte...

martedì 26 dicembre 2017

Prego tutto il giorno

Pensavo di dormire, visto che c'era Ivan con Alessandro...
Mi sono alzata all'una e sono andata a controllare, Ivan stava uscendo dal letto di Alessandro per entrare nell'altro.

Alle 2.41 mi è suonato il telefono: Alessandro.
Dalla stanza accanto.

L'ho accompagnato in bagno, ha avuto ancora incubi.
Il sacchetto è sempre quasi vuoto... ma non mangia niente da un giorno e mezzo, di cosa si deve riempire?
L'ho sorretto fino in camera, è tornato a letto.
Gli ho dato un bacio e sono tornata a dormire.

Alle 3.14 è suonato il telefono: Alessandro.
Sono tornata da lui, non riusciva a dormire, se chiudeva gli occhi vedeva brutte cose. Sono entrata un po' con lui, poi quando ha creduto di stare meglio mi ha detto di tornare a dormire nella mia camera.

Alle 7.15 è suonato di nuovo il telefono: è sempre Alessandro.

Ma Ivan cos'è rimasto a fare se poi mi sono dovuta alzare io? Lui intanto dormiva tranquillo...

L'ho riaccompagnato in bagno, il retto c'è ancora e anche due centimetri di colon, è per questo che dobbiamo fare la peretta di Mesalazina, c'è ancora del sangue e muco, e qualche volta si sporca ancora, ma niente a che vedere con prima dell'intervento... ma lo stesso io non sono tranquilla!
Preferisco quando chiedo e mi dice che non c'è nulla...

E' tornato ancora un po'  a letto.

Poco più tardi ci siamo alzati tutti, gli ho preparato il tè con le fette e la marmellata, le pastiglie.
Ha vomitato tutto.

Ho telefonato in reparto e mi hanno risposto di portarlo giù, ho preparato la borsa con i  cambi, i guanti, l'acqua, il tè... e con Ivan siamo tornati in ospedale.
Piovigginava.

Siamo rimasti qualche ora nell'ambulatorio del reparto, non c'era nemmeno un letto disponibile, ed il rischio era di finire in seconda chirurgia, che non ha una buona fama... ma non ci hanno fatto passare dal Pronto Soccorso e ci hanno tenuti qui.
Poi ci hanno mandato a fare le lastre al torace (il foro nel polmone è sempre lì) e all'addome.
Alessandro si lamenta per il mal di pancia, va e viene a tratti.

Quando finalmente hanno spostato una signora abbiamo avuto una camera tutta per noi...
"Dillo Ale che sei tornato perché volevi la suite!"

Roberto è arrivato con i cuscini, le coperte di pile, le mie ciabatte... a casa ha incontrato mia mamma, che piangeva: povero il suo Ale e povera figlia sua, chissà cosa deve sopportare.
Mi spiace che debba patire così tanto... in queste settimane ho cercato di farla reagire, ma lei piange... è pessimista: chel gnaro le el ve piö  fò (quel ragazzo lì non esce più), quante volte lo ha ripetuto?
Quanto ha pianto mentre lavava mutande e  pigiami pieni di sangue?, mentre gli preparava i cambi puliti?

Io mi sono rassegnata a dormire di nuovo in poltrona. Ora la stanza è grande e non do fastidio, gli hanno attaccato la flebo a sinistra e io mi accomodo a destra.
Ho chiuso la porta e spento la luce.

"Io mamma prego tutto il giorno" e guarda in su verso il Crocifisso appeso sopra la porta.
Comincio a pregare anch'io ma so già che mi addormenterò presto.
Sono stanchissima.
Ormai da settimane sono stanca.
E devo essere pronta per quando mi sveglierà per qualcosa.




lunedì 25 dicembre 2017

Ho paura di non farcela

Come ogni Natale è tradizione che la colazione la prepari mio papà: lo zabaione con i biscotti.
Ci aspettavano per le nove, purtroppo però dopo la colazione con tè e fette biscottate  con la marmellata, al momento di prendere tutte le pastiglie, Alessandro ha vomitato di nuovo.
Ho cercato di convincerlo che era solo un fattore di testa, che le medicine le deve prendere... ma intanto se ne sono andate... anche stamattina.
Ha saltato la dose di ieri sera e tutte quelle di stamattina, cortisone, vitamine, calcio, potassio, antibiotico,  gastroprotettore...

Siamo saliti e io ho bevuto lo zabaione che mi ricorda la mia infanzia, le merende in montagna quando la zia Margherita ce lo preparava con i Savoiardi o i Pavesini.

Alessandro si è messo sul divano, poi in poltrona vicino alla stufa a legno, è pelle e ossa e ha sempre freddo, nonostante le tre maglie.

Abbiamo pranzato, per lui pasta al tonno, la sua preferita, ne ha mangiata due cucchiaiate, le bistecchine (carpaccio girato e voltato in padella), ha fatto due giri intorno al tavolo e si è rimesso sul divano a guardare un film con Greta.
Sono arrivati mio cugino e la sua famiglia... un po' di casino...
Alessandro era sempre sul divano.

A metà pomeriggio io e Roby siamo scesi a casa per fare un riposino, finalmente.
Eravamo in casa giusto da due minuti quando è scesa mia mamma a chiamarmi: Alessandro ha vomitato tutto.

Di nuovo. Anche la vitamina e il calcio del dopo pranzo.

E' arrivato Ivan, si ferma anche a dormire, magari Alessandro sarà più tranquillo, con il papà nel letto accanto.
Prima di cena mentre guardavano un film in camera Alessandro si è addormentato e finalmente ha riposato un paio d'ore filate.
Quante settimane sono che non dorme più di tre ore a notte?

Abbiamo cenato, per Alessandro la sua minestrina, sembrava tranquillo, ma poco dopo, nell'ingoiare una pastiglia, ha vomitato di nuovo tutto.

Tutto quel poco che ha mangiato, tutte le pastiglie. E' senza terapia da ieri a mezzogiorno. Senza cibo da ieri a mezzogiorno.

L'ho accompagnato in bagno a controllare il sacchetto, è ancora quasi vuoto, in tutto il giorno non ha prodotto nulla... ma cosa ci vogliamo trovare? Non ha mangiato niente da ieri...
Procedo con la medicazione, la peretta, l'iniezione di Eparina.

"Mamma, ho paura di non farcela."
"Ma no tesoro, stai tranquillo, sarà l'influenza... Domani vedrai che mangi e prendi le pastiglie senza problema. Stai tranquillo tesoro".
Ma io ho di nuovo paura.
Paura che nonostante tutto ci sfugga di mano... La sua vitina è troppo piccola, sulla schiena ci sono solo ossa, quel braccino in cui infilo l'ago è solo pelle, il sedere non ce l'ha più... e le sue gambe muscolose? Quelle che al mare nascondeva sotto il costume lungo nonostante fossero perfette?

Ivan si è infilato a letto con lui, anche a lui chiede:
"Mi abbracci? Mi dai un bacio?"
E io spiego a questo omone con due pile, un po' di barba, un po' impacciato, che gli abbracci rilasciano tranquillità...
Li ho lasciati così.

Mi abbracci?

Oggi è Natale.
Uno strano Natale perché non ho avuto tempo e modo di cercare regali per nessuno, le uniche decorazioni in casa sono quelle che ho lasciato dall'anno scorso, Roberto ha messo le lucine all'albero e lo ha posizionato sul poggiolo sopra la nostra porta d'ingresso. E' semplice ma mi piace molto.
L'albero che ho preparato io è con le medicine di Alessandro...


Ieri sera ha mangiato la minestra di carote e patate con il pollo che gli ho preparato, tutta senza fare storie... quando dopo cena ha dovuto prendere le pastiglie ha iniziato ad avere la nausea, ha voluto la vaschetta vicino, finché ha vomitato tutto, cena e medicine...

Forse ha mangiato troppo... era troppo debole. Due pacchetti di crackers nel pomeriggio...
Va beh... le medicine le prenderà domani.

E' tornato nel suo letto, nella sua camera, gli ho fatto l'iniezione di Eparina nel braccio (braccino, per trovare un po' di ciccia in cui inserire l'ago devo stringere tra pollice ed indice), mi sono fatta coraggio e gli ho fatto anche la peretta di Mesalazina (io che non gli mettevo nemmeno le suppostine di Uniplus quand'era piccolo), ha detto che non ha sentito niente... sono più brava degli infermieri.
Ho medicato tutti i tagli, messo la crema, riposizionato i cerotti.
Mi sono stesa un po' vicino a lui, poi mi ha detto di tornare nel mio letto.
Nella notte mi ha chiamata, non riusciva a dormire, sono andata nel suo letto, poi sono tornata nel mio. Poi mi ha chiamata ancora. Sono rientrata con lui.
"Mamma, mi abbracci?" e mentre lo faccio (non me lo ha MAI chiesto...anzi... è piuttosto schivo, come me, di solito abbraccia solo Roberto) continua "perchè gli abbracci rilasciano una sostanza che tranquillizza, ed è vero funziona. Mi dai un bacio?"
"Ma certo tesoro", e cerco di stringerlo senza fargli male, a sinistra ha ancora la ferita del drenaggio toracico, c'è il sacchetto, a destra c'è il cratere dell'altro drenaggio, in mezzo ci sono due tagli, e sul pube uno lunghissimo... Quanto è magro fra le mie braccia... solo ossa coperte di pelle.

Alle tre siamo andati in bagno a vuotare il sacchetto, poi è venuto un po' a letto con noi.
Poi è tornato nel suo letto...
Se chiude gli occhi vede brutte cose, io ho chiamato l'ambulanza, la testa è rimasta a casa, il corpo è andato all'ospedale... mostri, draghi, ... sente ancora l'effetto dell'anestesia.

E' stata una notte movimentata... ma non fa niente. Siamo a casa.

domenica 24 dicembre 2017

A casa

Gli ultimi giorni sono stati abbastanza tranquilli, abbiamo imparato abbastanza bene a gestire il sacchetto e la stomia, con le medicazioni non ci sono problemi, in casa abbiamo avuto interventi ed incidenti... e poi io volevo fare l'infermiera!, anche prima di Candy Candy...


Alessandro ha cominciato a mangiare, dopo il tè, la minestrina e l'omogeneizzato adesso è passato alla dieta normale, arrivano patate lesse (immangiabili), prosciutto cotto, arrosto...
Una mattina ha chiesto al Professor Nascimbeni se poteva mangiare qualcos'altro... lui gli ha domandato di cosa aveva proprio voglia...
"Pasta col tonno, Hamburger del Burger King, o pizza."
"Pasta con tonno o pizza sì, ma dubito che qui lo inseriscano nel menu..."
"Non c'è problema, li procuriamo noi" rispondo prontamente...
E così Alessandro oltre alle bistecchine di cavallo della nonna ha auto anche il suo pezzetto di pizza, ben cotto, solo pomodoro e olio...
L'ha mangiato di gusto.

I tempi dopo l'intervento per la dimissione erano di 5-9 giorni, il Professor Nascimbeni ha fatto in modo di farci festeggiare Natale a casa, sebbene sia domenica è qui al lavoro (ma non si ferma mai? sono nove giorni di fila che lo vediamo) e ci ha firmato la dimissione.
Alessandro deve camminare, bere almeno un litro e mezzo di acqua al giorno, proseguire con la terapia.

Eliana ci ha riforniti di campionature di placche e sacchetti, lo spray protettivo, ho compilato e firmato moduli per riceverne altri... ci hanno dato alcune delle pastiglie che dovrà prendere nei prossimi giorni, le altre le prenderemo in farmacia, tre scatole di iniezioni di Eparina (un anticoagulante che previene trombi nelle persone allettate).

Dopo pranzo Roberto è venuto a prenderci e siamo tornati finalmente a casa, ai nostri letti, alla calma e alla tranquillità!
In cortile ci aspettava il comitato di benvenuto!, tutti fuori, mancava solo la banda...


Abbiamo aperto un panettone e brindato! Alessandro ha mangiato una banana e un pacchetto di crackers, poi un altro... ha fatto due passi in cortile con Greta, poi si è steso sul divano, ha coccolato Adil, il suo gatto...

Adesso è Natale, il nostro Gesù Bambino è arrivato. 
E' tutto finito.
E' a casa.



venerdì 22 dicembre 2017

Lo stavamo perdendo

Sto quasi per chiudere il negozio quando mi squilla il telefono, è la nostra dottoressa di base, quella che all'inizio di tutto ci aveva prescritto le pastiglie omeopatiche per i vermi...
Un mese fa l'avevo chiamata per avvisarla che Alessandro era stato ricoverato e quando fosse uscito saremmo andati da lei per la richiesta di invalidità.
Un paio di settimane fa mi aveva chiamato perché non ci aveva più visti e l'avevo informata del prolungarsi del ricovero, del peggioramento di Alessandro, dell'Infliximab...
Le avevo poi scritto un messaggio dopo l'intervento.

E' stata in ospedale, ha visto Alessandro, la Professoressa Ricci e la dottoressa Benini, il Professor Nascimbeni.
Si è fatta un quadro preciso della situazione.
Si complimenta con noi per come abbiamo assistito Alessandro, ma anche per come lo abbiamo cresciuto, per come ha saputo affrontare la malattia, l'intervento, le conseguenze.
Ed è la prima che chiaramente esprime a voce la gravità della situazione:
"Lo stavamo perdendo."

Già... perché anche se nessuno ce lo ha detto chiaro e tondo, negli ultimi giorni per me era chiarissimo che la situazione era degenerata... continuava ad andare indietro nonostante tutto quello che gli stavano facendo, tutti i parametri peggioravano...
La certezza l'ho avuta nella decisione del sabato mattina di intervenire già il giorno dopo, senza aspettare di "vedere" il lunedì o martedì cosa fare... se operare o anticipare la seconda dose di Infliximab...
Me ne sono accorta dagli occhi della Dottoressa Benini, che giravano di qua e di là mentre scuoteva la testa, o dalla manifesta impotenza della Professoressa Ricci...
Lo vedevo in tutto quel sangue e in quei frammenti nel wc e nei telini che gli cambiavo...
Nell'accettazione e nella rassegnazione di Alessandro...

Lo stavamo perdendo.
E invece no...
E grazie a tutte le preghiere e ai pensieri positivi di quanti ci conoscono e si sono preoccupati per noi.
Grazie ad Alessandra che la sera recita il Rosario coi suoi sette bambini, alle preghiere delle Suore di Clausura che ha contattato lei ma anche Lida, una mia cliente, alle preghiere dei gruppi di preghiera contattati da Barbara, ai due Rosari che dice la zia Marì, allo zio Frate che manda messaggi a tutti su Whatsapp e al suo Parroco che in Chiesa chiede preghiere per Alessandro... ai 120 bambini del Catechismo di Concesio...e a tutti quelli che mi sono dimenticata...
Grazie a tutti!

Non lo abbiamo perso, è qui con noi.

giovedì 21 dicembre 2017

La fragolina

La notte ci ha fatto ripiombare nell'incubo.
Eravamo in bagno, Alessandro è rimasto cinque minuti seduto sul water in attesa che uscisse il sangue, ce n'è ancora un po', soprattutto la notte dopo che hanno fatto la peretta di Mesalazina, quella andrà fatta ancora per un po', il retto non è guarito.

Si è alzato e gli ho fatto il bidet, abbiamo tirato su calzoni e il pannolone, già, perchè qui niente telini nei boxer... andiamo di pannoloni..., si è avvicinato al lavabo e abbiamo vuotato il sacchetto, per ora è ancora un liquido verde scuro, sono i liquidi intestinali ci hanno detto...
Richiuso, igienizzato il lavabo, buttato il guanto.

"Mamma, vedo tutto nero."
"Alessandro tranquillo, guarda avanti, non chiudere gli occhi...
Lo tengo da dietro e me lo trascino fino al water, mi siedo sopra con lui in braccio.
Non pesa niente. Adesso è 54 chili... saranno i due metri di colon... ma anche altri giorni di digiuno, di te e poi minestrina che non finisce nemmeno.
"Alessandro respira, respira. Non chiudere gli occhi."
E' un peso morto.
"Mamma, tira la corda".
Mi giro verso sinistra e tiro la cordicella sopra il bidet, lui l'aveva già vista... non gli sfugge mai niente.

Con calma arriva un'infermiera, lo so che dovevo aspettare, sono solo in due in tutto il reparto, è un'indecenza... come possono lavorare?
Arriva, mi aiuta a rimettere Alessandro a letto.
Va a prendere lo stetoscopio e gli misura la pressione: ha i battiti altissimi e la pressione piuttosto alta.
Ma è lo spavento, come le altre volte. Ormai non sono nuova a questi episodi, ma pensavo di essermeli lasciati alle spalle.

Alle sei e mezza arriva Eliana, sarà la stomaterapista di Alessandro, lo seguirà nella cura della sua stomia.
La sacchetta si è riempita troppo ed è fuoriuscita, il liquido verde scuro si è infilato sotto la schiena.
Alessandro dormiva e non se ne è accorto.
Ci mostra come staccare la placca, come pulire LA FRAGOLINA, come la chiama Marco, un altro infermiere, come applicare lo spray protettivo sulla pelle affinché non si irriti, soffiare per asciugare, modellare il foro sulla placca in base alla misura della sua fragolina, nel tempo si rimpicciolirà un poco, scaldare tra le mani l'adesivo perchè aderisca meglio, applicare sulla pelle asciutta, premere facendo attenzione ai clic la sacchetta, avvolgere il fondo e chiuderlo con lo strap, rivoltare come un calzino.
Sta facendo applicare la placca ad Alessandro quando ricade indietro sul letto:
"Mamma, mamma, vedo nero, il braccio non risponde più", in effetti il braccio è scoordinato, si muove da solo.
Ha di nuovo gli occhi all'indietro...
Paura.
Di nuovo.

Meno male passa in fretta.
Si riprende.

Quando più tardi lo aiutano ad alzarsi per mettersi in poltrona accade di nuovo.

Mangia Ale, mangia. Devi mangiare...

E' passato Marco, l'infermiere, Alessandro si fida molto di lui, gli piace, come quegli altri che abbiamo lasciato in Gastroenterologia.
Lui lo tranquillizza, gli dice di non aver paura del Professor Nascimbeni, di chiedergli tutto quello che vuole...
Gli ha dato il nome di un'applicazione che ha creato lui per Android, STOMAP.
Alessandro l'ha scaricata e sta imparando pian piano ome gestire la sua stomia, i vari tipi di sacchetti, l'alimentazione, i suoi diritti, le richieste all'Asl...

Sembra aver preso bene la sua fragolina... ogni poco si tira su la maglia del pigiama e controlla il sacchetto, se è ora di vuotarlo, di che colore e consistenza è l'interno...
Bene, durerà poco ma non deve odiarla.

* la fragolina è quel pezzo di intestino che esce sulla pancia per mezzo di un foro, viene "rivoltato" e da qui escono le feci, che poi sono raccolte dal "sacchetto", attaccato alla pelle per mezzo di una placca adesiva. E' più o meno come questa nel disegno, ha la consistenza dell'interno della nostra bocca, con lo stesso colore rosso vivo.


mercoledì 20 dicembre 2017

Io ho paura del dottore

La notte è andata meglio...
Alessandro è abbastanza tranquillo.
Io come al solito chiudo la porta e spengo tutte le luci non appena i parenti se ne vanno ed è passato il carrello con la terapia serale.
Anche a  Roberto dà fastidio la luce e non si lamenta se spengo.
L'unico problema è che RUSSA!, ma io ormai dormirei in una vasca da bagno piena... devo approfittare di tutti i momenti buoni, riesco a svegliarmi di soprassalto, alzarmi, fare quello che devo, sdraiarmi e  rimettermi a dormire...
Alessandro non sta più in bagno mezz'ora... dieci minuti e posso stendermi di nuovo.

Certo, la poltrona non è comoda... per niente!

Abbiamo delle domande da fare al Professor Nascimbeni, vorremmo sapere perché c'è quel lungo taglio sotto l'ombelico, vorremmo sapere quando toglieranno il drenaggio, cosa dicono delle lastre toraciche, si è ridotto il foro al polmone? Perché non tolgono ancora il drenaggio? Quel sangue che si vede passare nel tubetto è normale?

Ma non osiamo, lui arriva, tre parole ed è già sparito, sempre la mattina presto. Poi torna più tardi con altri medici e i praticanti.
Di solito Alessandro chiedeva senza problemi alla Professoressa Ricci, alla dottoressa Benini e al dottor Pozzi.
"Io ho paura del dottore!"
Fin da subito Il Professor Nascimbeni ha ribadito più volte che qui non è la gastroenterologia!, qui si fa come dice lui...

Brrrrrrrrrrrrr
Brividi...



Vediamo che regali mi fanno

Oggi è il 20 dicembre, compleanno di Alessandro.
Mi sono svegliata e subito non l'ho ricordato... poi è arrivato Roberto a fargli gli auguri.
Non ho ancora comperato niente per lui, ho già saltato anche il regalo di Santa Lucia.
Sono sempre qui, e qualche ora in negozio.

Gli ho chiesto cosa volesse e mi ha risposto:
"La salute".

A 16 anni...

Non è giusto.

A 16 anni dovrebbe essere in giro a fare lo stupidino.

E' steso a letto, in attesa della colazione.
"Vediamo che regali mi fanno."
Si sofferma un attimo, io mi chiedo a chi si riferisca.

"Vediamo se per regalo mi tolgono qualche drenaggio."

Tesoro... lo abbraccio. Non pensa ai regali, pensa alla sua salute.
Vorrei davvero che gli togliessero i drenaggi oggi.

Jessica è venuta a salutarlo con la nonna e Matteo che poi la accompagnano in aeroporto.


Sono passate le insegnanti della scuola in Ospedale e gli hanno fatto un regalo: quaderni, penne, evidenziatori, un righello...

E' venuta anche Valentina, la sua neuropsichiatra.
Gli ha portato un libro molto carino, una tazza con una scritta molto promettente,


ma la cosa più commovente è quello che gli ha scritto nel biglietto d'auguri:
"Caro Alessandro,
ho scelto pensandoti un gatto portafortuna e due regalini simbolici per trasmettercti il mio più sincero augurio per i tuoi 16 anni ch, diciamocelo, non sono partiti proprio per il verso migliore!!!
Un augurio di SPERANZA & FELICITA'... se pur nelle difficoltà che ogni giorno stai attraversando... con una pazienza e un coraggio ammirabili e che nemmeno tanti adulti avrebbero dimostrato!!!
Spero tu riesca a riavere presto la tua vita, un giorno alla volta...
tornare a dormire nel tuo letto, dai tuoi amici, videogiochi, pallavolo e da tutto ciò che ami!
Nel frattempo ricordati che per parlare di pensieri, belli e brutti, io resto sempre a disposizione..."






martedì 19 dicembre 2017

Sto cominciando a prendere confidenza

Da quando è risalito dopo l'intervento Alessandro si lamenta di formicolii alle dita della mano sinistra e di non riuscire a "comandare" il braccio.
La sera stessa dell'intervento aveva la pinza della macchinetta che rileva l'ossigenazione attaccata all'indice e si lamentava per il dolore.
hanno spostato un po' dito, poi ad un certo punto l'hanno staccata del tutto, non resisteva al dolore.

Sono già passati due giorni e ancora il pollice e l'indice formicolano ma:
"Sto cominciando a prendere confidenza con il mio braccio."
Lo tira su e giù, lo piega, lo muove da destra a sinistra... finalmente fa quello che lui vuole!

Sorella in arrivo

Quando Jessica ha saputo che dovevano operare Alessandro ha provato a dare un'occhiata ai voli...
Avrebbero dovuto decidere se operarlo o meno ieri o oggi, invece è stato operato due giorni fa d'urgenza...
Siamo riuscite a trovare due voli nel nulla delle feste... a prezzi abbordabili, ma voleva essere vicina a suo fratello! Lei riesce a tranquillizzarlo, a farlo ridere...

Ieri sera è uscita dal lavoro all'una, e poco dopo era in aeroporto a Getwick direzione Verona, è andata a prenderla Roberto questa mattina, domani ripartirà già, da Bergamo direzione Stansted, quattro aeroporti, due compagnie aeree... ma è qui.
E domani Alessandro compie gli anni, 16 anni.


Rimane con lui tutta la giornata. Riesce a fargli bere il tè a cucchiaiate, lo aiuta ad andare in bagno.
C'è ancora un po' di sangue... ma non è più come prima.
Il retto è ancora lì, tutto ricucito, ma c'è ancora. E c'è ancora un pochino d'infiammazione.
Bisogna alzare velocemente il boccione del drenaggio al polmone perché deve stare più in basso del foro, spostarlo di qua del letto, da dove Alessandro scende per andare in bagno, tirar su la sacchetta del drenaggio e pian piano entrare in bagno.
Quando si rialza dopo avergli nuovamente fatto il bidet e riposizionato il telino rialzare boccione e sacchetto e tornare a letto.
E poi dobbiamo badare alla sua stomia.




Io ho pregato per lui ma anche per me

Questa notte speravo di dormire, Alessandro è più tranquillo, siamo andati in bagno solo un paio di volte... purtroppo il nostro compagno di stanza è stato operato ieri e questa notte ha sofferto molto.

Lo sentivamo urlare, c'erano entrambe le infermiere accanto al suo letto, al di là della tendina blu.
"Allora Roberto, come stai? Sei in bomba? Ti sembra di essere Bob Marley?"
"???" ma sono impazzite queste? ma si conoscono?

"Vedo le pecore, ci sono un sacco di pecore."
"Ah beh... tra le mucche di Alessandro e le pecore questa non è una stanza d'ospedale... qui siamo nei campi..."

Io bado ai rumori che vengono dall'altro lato, ai beep... ho già recuperato una spina dell'infusore e l'ho attaccata, prima che si metta a suonare quando dormo, e ne ho chiesta un'altra che mi hanno già portato, perché gli infusori sono due.
Non ho perso il vizio di farmi gli affari degli altri...
Qui bisogna un po' arrangiarsi!
Di notte ci sono solo due infermiere in tutto il reparto e questa notte l'hanno passata praticamente sempre nella nostra stanza, tra Alessandro e Roberto.

Peccato che non ho badato all'apparecchio che segnala l'ossigenazione... mi sono alzata più volte perché andava in allarme e chiamavo le infermiere, all'ennesimo beep mi sono accorta che mancava la spina anche qui, e ha terminato la sua autonomia...
Suono ancora il campanello.

Per fortuna quando il beep è quello dell'infusore che segnala anomalia a valle ormai ho imparato che basta allungare il braccio, o spostare il tubicino, per sistemare l'errore, dopo che ho tolto il suono, come prima cosa...
Ad un certo punto diventa impossibile dormire dalle urla di Roberto:
"Aiuto, aiuto. Basta. Basta... non resisto! Non resistoooo."
Poi le urla diminuiscono un po' di intensità, per poi ricrescere...
Non so cosa gli stanno facendo dietro quella tenda.
Parlano di morfina.

Finalmente arriva mattina e Roberto si è assopito.
Lo fanno alzare in poltrona, ha freddo. Lo copro con la coperta del letto, l'aria condizionata gli scende proprio addosso.

Alessandro dalla sua poltrona mi guarda:
"Io stanotte ho pregato per lui, ma anche per me."
"Grazie tesoro". Lo ringrazia Roberto.

Che tenero il mio bambino. Sempre sensibile.

lunedì 18 dicembre 2017

Il mio pisello è cambiato

Non ho dormito molto...
Alessandro aveva dolore, gli hanno dato una flebo di Tachipirina, ma è servita a poco, verso mattina gli hanno messo del Contramal in un'altra flebo e sembra fare più effetto.
E' pieno di tagli... la laparoscopia non è bastata... ha un lungo taglio anche al basso ventre.
Vuoi che andasse bene una volta???
E poi ieri era il 17.

Alle 8.00 è passato il professor Nascimbeni, un giro veloce.
"Bene, dopo in poltrona."
"Ma potete togliermi il catetere?"
"Più tardi, vediamo. Puoi bere, poco ma puoi bere. Piccoli sorsi, e puoi fare qualche passo."
Se ne va.

Io torno al lavoro e risalgo all'ora di pranzo.
Ivan mi manda la fotografia, è già passata la Professoressa Ricci a trovarlo, ed è già in poltrona.


Ho dato il permesso ai nonni di venire per 5 minuti, per non affaticarlo.
Prima gli hanno tolto il catetere, dice che gli hanno fatto male.
Lo trovo con il pisello in mano, lo gira, lo volta e lo rivolta.
"Alessandro, cosa fai? Lascia stare. Copriti. Mettilo giù."
Ma lui continua.
"Il mio pisello è cambiato." è molto abbattuto, lo sguardo ancora un po' vacuo per l'anestesia.
Il nonno si gira a ridere.
"Alessandro vedrai, ogni anno cambia..."
Ha ha ha.
Alessandro è molto preoccupato. E' un uomo... A cosa pensano gli uomini? Al proprio pisello.

Non pensa a tutti i tagli, ai drenaggi, ai punti, al suo sacchettino attaccato al ventre... pensa al suo pisello!

domenica 17 dicembre 2017

Non sono glicemico

Eccoci nella nuova stanza, di un nuovo reparto.
Qui volti sconosciuti, nuovi ritmi e nuove abitudini.

Vado a recuperare la poltrona per la notte nella sala TV, Roberto e mia sorella hanno già riportato le borse con tutta la nostra dote ospedaliera.
Cuscini, coperte, salviettine, cucchiaino, acqua, tè, il succo di mirtillo, qualcosa da mangiare per chi resta, salviette... in tante settimane abbiamo accumulato un sacco di roba necessaria.

Alessandro dovrebbe dormire per delle ore, con l'anestesia. 
Susy ha ancora un po' di tosse e raffreddore e non si avvicina, lo saluta da lontano, vanno via anche Roberto e Ivan.
Io mi preparo per la notte.

La stanza ha solo due letti, e sono divisi da una tendina blu ad anelli, mi spostano il letto in modo che io ci possa infilare la poltrona.
Arriva l'infermiere che spingeva il lettino, all'uscita della sala operatoria mia sorella lo aveva salutato.
"Ma... quella sua parente, quella che c'era quando è uscito il ragazzo... era ricoverata qui un mese fa?"
"... no. E' mia sorella. Lavora in banca a Monticelli. Susanna."
Fa sì con la testa... "Credevo fosse stata ricoverata qui un mese fa, è precisa..."
Boh...

Torna dopo un po'.
"Ah sì... Susanna. Della banca. Brava. Bravissima..."

Forse gli serve qualcosa in Banca...

Ritorna dopo un po' con un lenzuolo:
"Lo metta sulla poltrona... non si sa mai chi c'è stato prima. Se ha bisogno di qualunque cosa mi chieda. Vuole del tè? Qualcosa da mangiare?"
"No no grazie, ho tutto... grazie"

Forse è meglio tenersi buona la Susanna, in vista di qualche richiesta in banca.

Ritorna dopo poco:
"Certo che lei e sua sorella non vi pigliate per niente..."
"Eh no..."
"Ma quell'altro signore, quello che lavora qui, è vostro fratello?"
Roberto.
"No, è il mio fidanzato, non abbiamo fratelli."
"Oggi non ne indovino una..."  e se ne va.

Dò un'occhiata ad Alessandro, è tranquillo, il boccione del drenaggio toracico, il catetere, il drenaggio dell'intervento...



Non mi sembra vero non doverlo accompagnare in bagno ogni mezz'ora.
Basta sangue.

"Mamma... ci sono un sacco di mucche che vanno avanti e indietro nella stanza."
"Davvero tesoro?"
"Sì, e poi ci sono anche dei pesci, con lo sfondo dietro. Mi gira la testa."
"Chiudi gli occhi tesoro, e cerca di dormire, è l'anestesia, poi passa se dormi."
"Mamma non ci riesco, se chiudo gli occhi gira tutto. Ci sono i cow boy che mi cambiano le flebo..."
"Stai tranquillo tesoro, poi passa".
Speravo dormisse fino a domani.

Per qualche ora non vediamo nessuno.
Poi entra una OS a fare il controllo della glicemia al compagno di stanza.
Si avvicina d Alessandro e gli chiede la mano:
"No, io no. Non sono glicemico."
Ma lo buca lo stesso. Questa gli mancava...


Toglietemi il catetere

Abbiamo raggiunto le sale operatorie con le due OS, una spinge il lettino e l'altra lo direziona.
Non sanno nemmeno loro quale è quella giusta.
Alessandro ha paura:
"Avanzate più che potete", vorrebbe che entrassimo con lui, ma ad un certo punto ci fermano, lo baciamo, gli stringo la mano.

Come si fa a lasciar entrare il mio bambino da solo? Mi metterei lì in parte buona buona, solo a controllare che tutto vada bene, visto che fino ad ora tutto quello che poteva andare storto è andato storto...

Non possiamo.
Roberto va via, ritornerà fra qualche ora, tanto ci sono almeno sei ore da aspettare, fra il tempo che passa prima che lo addormentino e quando si sveglierà.

Escono i due anestesisti, prima uno e poi l'altra. Ci fanno qualche domanda su Alessandro, sulle malattie famigliari.

Rientrano.

Comincia l'attesa.

Proviamo a dormire sulle sedie, io prego, mi sdraio e mi raggomitolo perché qui fa freddo. Ivan appoggia la testa al muro.
Mando un messaggio al gruppo famiglia, ci servono le coperte di pile che ha in auto Roberto.
Portano fuori il lettino di Alessandro e ci riconsegnano il suo cuscino, che è nostro e non dell'ospedale (che usa solo cuscini e materassi di plastica, ignifughi, ma veramente indecenti)

Arriva Roby con le coperte, era ancora in giro, poi va a casa.

Ci copriamo e proviamo a dormire un po'.

Ci messaggia mia sorella, poi arriva con un thermos pieno di tè caldo, ci voleva... ma ci vorrebbe qualcosa di più forte.

Finalmente alle 17.30 esce il chirurgo.
"Tutto bene! E' il colon più brutto che ho visto negli ultimi sette/otto anni. L'ho asportato tutto, ne ho lasciati solo un paio di centimetri."
"Era molto infiammato?", chiedo. Dallo stato dell'infiammazione dipende la ripresa, prima del prossimo intervento.
"Molto, molto infiammato." Ha un'espressione grave.
"Il retto invece mi ha sorpreso, l'ho trovato in condizioni migliori di quanto mi aspettassi. Adesso aspettate che si svegli e poi uscirà. Verranno a parlarvi anche gli anestesisti"

Ci saluta  e se ne va.
Grazie, grazie, grazie.

Dopo qualche minuti arrivano entrambi gli anestesisti, tutto a posto... Il polmone sebbene iperventilato per l'intervento ha retto.

Arriva anche Roberto.

Dopo una mezz'oretta si apre la porta e arriva il lettino con il nostro Alessandro, l'infermiere ci permette di avvicinarlo e baciarlo.
Gli accarezzo il viso.
"Toglietemi il catetere." Sono le sue prime parole.

"Eh no Alessandro... non comincerai anche tu come Salomone!"


Siamo tutti sollevati, ce l'ha fatta.
DICIASSETTE dicembre duemilaDICIASSETTE, un imprevisto dietro l'altro, ma oggi ce l'ha fatta, è fuori.
Conta solo questo.
Non pensiamo al sacchetto adesso, agli altri due interventi. Per adesso è finita.
Basta sangue, basta svenimenti, basta vomito, basta...


Dai...andiamo... ho fretta...

Appena tornati in stanza dopo aver messo il drenaggio al polmone Alessandro decide di rimanere nel lettino e di non rientrare nel suo letto, tanto tra poco dovremo scendere in sala operatoria.

L'attesa comincia a farsi snervante.
L'intervento era previsto per le otto, otto e trenta ma l'attesa per le lastre e l'inserimento del drenaggio ha fatto ritardare tutto.
Rischiamo di dover rimandare, s'è aggiunta un'emergenza, un intervento neurochirurgico. Se passa l'orario i nostri anestesisti se ne vanno...
Siamo tutti sulle spine.
Rimandare no... ormai vogliamo toglierci l'intervento dai pensieri.
Basta soste in bagno, basta sangue.

Alessandro è sempre più agitato, continua a chiedere alle infermiere, alle OS, se hanno telefonato, se è ora.
Passa anche la Dottoressa Benini con la Dottoressa Rosanna, quella che piace ad Ale.

Lui cantilena:
"Dai...andiamo... ho fretta..."

Esco in corridoio a vedere se si muove qualcosa.
Ecco, esce dalla stanza Infermieri la Dottoressa Benini:
"Hanno chiamato, potete scendere."

Alessandro ha bisogno del bagno un'ultima volta, ma è sul lettino con le sponde, in alto, bisogna tirarlo giù.
Per una volta mi impunto:
"Dai, per una volta ti puliscono loro, stai  lì. Lo fanno dal letto. Così lo fanno almeno una volta visto che ci siamo sempre arrangiati."

Lo dico ridendo ma lo so che è una frecciatina...
Questa volta non hanno bisogno di dire Può uscire un attimo signora?, usciamo tutti e ci chiudiamo dietro la porta.
E poi si parte, con il cuore pesante ma il passo leggero, è la nostra speranza.
SALVAVITA, dobbiamo ricordarcelo.

Ho paura di morire

La domenica dovrebbe essere il giorno in cui dormo un po', vado in ospedale fino all'una e mezza, arriva mia mamma, vado a casa, mangiamo e poi qualche ora a letto, a guardare la TV, a dormire, e poi di nuovo in ospedale per la notte... per sei notti.

Oggi no, è il giorno dell'intervento.
Sveglia alle sei, doccia, vestiti e via. Alle sette siamo in ospedale.

Alessandro ha passato una notte come le altre, avanti e indietro dal bagno, Ivan ha dormito poco e niente.
Prepariamo tutta la roba e la mettiamo nelle borse, quando scenderemo in sala operatoria Roberto le caricherà in macchina e poi le sposterà quando avremo una nuova stanza.
Alle otto arriva il Professor Nascimbeni, ha saputo del polmone, il foro si chiama pneumotorace. Adesso faremo la lastra, ma lui ha già sentito gli anestesisti e si opera.
Alessandro è diminuito ancora, pesa 56 chili.

Le ore sembrano non passare, ci chiamano per la lastra, torniamo in camera,  noi le belle notizie ovviamente le abbiamo sempre chiuse nell'armadio...
Sale la stessa dottoressa del giorno prima, durante la notte la fessura si è allargata, bisogna andare in chirurgia toracica ed applicare un drenaggio.
Alessandro comincia a spaventarsi, cerchiamo di tranquillizzarlo come possiamo, ma nemmeno noi siamo tanto ottimisti ormai.

Con Roberto e Ivan scortiamo il suo lettino per i corridoi.
Alessandro sembra quieto solo esteriormente.
"Ho paura di morire".
"Ma no gioia, però è normale avere paura. Puoi urlare se vuoi, avresti ragione, non te ne va bene una. Stiamo andando in ambulatorio, neanche in rianimazione o in sala operatoria... cosa vuoi che ti facciano in ambulatorio?"

La Chirurgia Toracica deve ancora essere restaurata... è tutto vecchio, sebbene sia al Satellite, che una volta era la parte nuova dell'Ospedale. Era.
Entriamo in ambulatorio io e Ivan per le solite firme di autorizzazione, il medico spiega ad Alessandro che farà un taglietto sul fianco con il bisturi dopo avergli fatto un po' di anestesia locale, gli inserirà un tubetto da cui uscirà l'aria che sta comprimendo il polmone collassato.


Alessandro ha paura di soffrire ma medico ed infermiera lo tranquillizzano. Ci fanno uscire.
Aspettiamo circa un quarto d'ora, io prego, cerco di pregare almeno, perché il pensiero va a tutto quello che sta soffrendo il mio bambino, un altro taglio, altri punti, altre iniezioni, un altro imprevisto... ma andare bene una volta no?
Oggi è il 17 dicembre.
Ma non è venerdì mi dico.

Esce il medico e l'infermiera ci fa entrare.
Alessandro sembra un sopravvissuto, è molto sollevato. Andata anche questa... Vuol vedere cosa gli hanno fatto, fotografo, per lui e per il blog. Dobbiamo documentare!


Chiede all'infermiera di mostrargli il bisturi (usa e getta come tutti gli strumenti, forbicine, pinzette... costa meno buttarli che sterilizzarli. Ma sarà vero?), il filo che ha usato a ricucirlo, le garze...

Si riparte, via in stanza in attesa di scendere in sala operatoria.





sabato 16 dicembre 2017

Anche sulla scatola dell'Aspirina c'è scritto che può far morire

Il clima di quasi euforia della giornata ha retto anche alla notizia  delle altre due trasfusioni di sangue, Alessandro deve essere pronto per l'intervento.

Per tutto il pomeriggio io e Ivan siamo in allerta, dobbiamo firmare l'autorizzazione all'inserimento del CVC, il catetere venoso centrale, l'accesso che metteranno al collo di Alessandro visto che le vene delle sue braccia sono ormai irrimediabilmente andate... Lo metteranno in rianimazione, ma a quanto pare il medico rianimatore che ci è toccato oggi non è dei più collaborativi...
Ci chiamano alle 16.15, arriva il lettino, Alessandro trasborda, lo coprono con la coperta termica di metallo.
Non è molto tranquillo, ha un po' di paura, nonostante Renzo abbia cercato di rassicurarlo.
Scendiamo in rianimazione, lo fanno entrare ma noi restiamo fuori.
Abbiamo già firmato un modulo questa mattina ma dovremmo firmarne un altro.
Dopo dieci minuti ci fanno entrare, ci sono già due infermiere che maneggiano con gli strumenti.
Il medico rianimatore è abbastanza giovane, tutto coperto di verde, il viso è poco scoperto.
"Ah eccovi, ve lo dico davanti a lui... L'operazione è abbastanza rischiosa, in casi rarissimi ci sono complicazioni, ma del resto anche sulla scatola dell'Aspririna c'è scritto che si può morire."

Fanculo.

Davanti ad Alessandro lo deve dire?

Ma l'ha detto con un tono per dire che può succedere, ma agli altri, non a lui.

Ci rimandano fuori.
Aspettiamo, circa una mezz'ora.
Siamo tranquilli. Casi rarissimi. Lui è bravissimo... almeno sembrava.

Alessandro è sollevato, ha i suoi cerotti sul collo, ma è sollevato:
"Eravate preoccupati vero? Anche io..." E' tornato alle sue battute.


Andiamo in radiologia a fare una lastra, quante ne ha già fatte in queste settimane?

Torniamo in camera.

In ascensore ci confida che vuol appassionarsi alla cucina, che cucinerà sempre lui a casa... Ci crediamo?
Lo riprendo così ho le prove...


Ivan va un momento a casa, poi rimarrà lui per la notte, il sabato sera io vado a casa, almeno una volta a settimana a dormire nel mio letto.
Alessandro guarda un video sul telefono, io sto facendo una partita a CandyCrush.
Arriva una dottoressa mai vista, un po' anziana.
"Eccovi qui. Volevo dirvi che è un'evenienza rara ma può succedere che inserendo il CVC si vada troppo vicino al polmone e si perfori."

Io e Alessandro ci guardiamo. Non capiamo, e siamo piuttosto preoccupati.
"Per ora non facciamo niente, domani mattina prima dell'intervento rifacciamo una lastra e vediamo se il foro si è allargato."
Alessandro si gira, ha uno sguardo abbastanza terrorizzato.
Tranquillo... andrà TUTTO bene...
Roberto cerca il medico della rianimazione su FB e vorrebbe mandargli un messaggio: grazie di avermi rovinato il sabato sera, sono quello a cui hai appena forato un polmone, un caso eccezionale...
Ma non lo fa.
Aspettiamo domani mattina.
Intanto attaccano altre due sacche di sangue.
Tutto deve essere pronto per domani mattina alle 8.
Nascimbeni è mattiniero.



Firmiamo una petizione

Adesso che l'intervento è deciso siamo tutti più sereni.
Ok, non è una passeggiata.
Ho seguito il Professor Nascimbeni nello studio per chiedere un paio di dettagli, mi spaventano sì, ma quel sangue nel wc e nel telino ormai era un incubo.
L'intervento durerà circa cinque ore, gli toglieranno tutto il colon e creeranno una stomia, che dovrà portare qualche mese.
Il "sacchettino"... mi scorrono davanti agli occhi le immagini dei "vecchi" con la deviazione...
"Ma sarà provvisoria, dopo circa tre mesi ci sarà un altro grosso intervento, altre cinque ore, e dopo altri tre mesi un ultimo intervento, circa 45 minuti. L'intervento avverrà in laparoscopia, ma se riscontrassi difficoltà procederò ad aprire."
La mia faccia non deve essere stata troppo euforica.
"Signora, come ho già detto ad Alessandro, questo intervento è da considerare SALVAVITA."

Ringrazio e mi allontano.
Andrà tutto bene, stavolta andrà tutto bene...

Rientro in camera, cominciamo a prepararci al trasloco in chirurgia. Ci spiace lasciare Renzo, ma da oggi comincia anche a camminare, così come Salomone, il bagno non è più di nostra esclusiva... non potremmo rimanere a lungo!
Alessandro è molto più sollevato.
Torniamo a ridere e scherzare, ai nostri compagni di stanza spiace perdere Alessandro.
"Chissà chi verrà adesso... E noi come faremo?"

Eh già, perchè io ormai controllo le flebo, le chiudo quando sono finite, suono il campanello se loro dormono, se sento che respirano male, se vedo Salomone che fa numeri strani nel letto, sgarbuglio le cannette delle sue flebo, controllo le spine, faccio spostare i letti in modo che ci stiano sedie e la poltrona per sua moglie e allo stesso tempo gli infermieri possano accedere ai suoi infusori delle flebo... Tiro su cuscini, passo cellulari, metto in carica...
Cosa faranno senza di me?

"Firmiamo una petizione. Chiediamo che Alessandro rimanga qui."

Ci ho provato a chiederlo, ma dovrà essere seguito in chirurgia... ormai qui, soprattutto negli ultimi giorni, siamo di casa, siamo in famiglia.
Bisogna ricominciare tutto da capo in un altro reparto.
Ma non fa niente... il Professor Nascimbeni ha detto 5-9 giorni e saremo a casa.
A casa.

Domani ti opero

Altra notte infernale.
Non so quanto ancora resisterà Alessandro...
Questa notte me lo sono visto scivolare via dalle dita, è magrissimo, quasi gli circondo la vita con le mie mani.
Ho pensato che per tanto facciano e gli diano continua ad andare indietro, il peggioramento non si arresta.
Tutta notte con la febbre, gli ho messo il ghiaccio, l'ho cambiato, gli hanno fatto una flebo.
Verso mattina, dopo la routine water, bidet, goccio di Coca Cola, cambio telino, mi ha detto:
"Mamma, speriamo che la febbre non vada via, così mi operano".

Lo spero anch'io, a questo punto.
Non può continuare così.
Ora.
E un domani.
Non leggo più i post del gruppo FB perché mi spaventano... una vita di sofferenze, ecco a cosa è destinato.
Non passerà ora.
Si riproporrà... avrà dei tempi in remissione, magari anche lunghi alcuni anni, ma poi tornerà, maledetta malattia.
Ho letto che c'è uno studio in Inghilterra, entro cinque anni contano di capire da dove venga la malattia, da lì il passo per trovare la cura sarà breve.
Altri cinque anni minimo...
No...
Vogliamo l'intervento.

Alle 5.20 prelievo, è quello urgente, così al giro dei medici ci sono già i risultati.

Alle 8.00 passa il Professor Nascimbeni, lo riconosco subito perché ho visto la sua fotografia sul profilo FB.
"Ho visto i parametri, sono peggiorati ancora. Domani ti opero."
"Meno male." La risposta di Alessandro.
Tiriamo entrambi un sospiro di sollievo. E' finita. Basta.

venerdì 15 dicembre 2017

Può uscire un attimo signora?

Non so quante volte in questi giorni, da quando c'è Salomone in stanza, mi hanno fatto uscire.
Non solo per lui, ovviamente, anche per Renzo. Ma sono a letto (anche se Renzo ora passa qualche ora in poltrona al giorno), devono lavarli, cambiarli, portare avanti e indietro la padella, a volta falsi allarmi...
Tutto ciò notte e giorno... io vorrei dormire e invece devo uscire in corridoio, mi appoggio al muro, spesso scambio uno sguardo stanco con il peruviano della stanza singola quasi di fronte alla nostra. 
Anche lui è lì ogni notte... o con la mamma di un altro ragazzo che ha la stessa malattia di Alessandro, anche lui minorenne, anche lui ha perso un sacco di peso...

Oggi sono già rientrata tre volte... sono sempre così stanca... e mi fanno male i piedi, dopo un primo occhio di pernice ora ne ho un altro che rompe le scatole al mignolino...
Sono venuta a firmare di corsa per la trasfusione, come al solito ho abbandonato il negozio e sono corsa su.

Tempo di firmare e Alessandro deve andare in bagno, già che sono qui lo aiuto per l'ennesima volta, lo accompagno in bagno, aspetto che finisca, bidet, cambio telino, lo riaccompagno a letto, vado a buttare il telino sporco nel sacco attaccato al carrello nel ripostiglio (sarebbe il bagno assistito, ma è stato convertito in deposito... i soliti architetti/ingegneri che hanno predisposto il reparto oltre a non aver preso le misure con i rapporti porte/letti non hanno nemmeno previsto il locale in cui stanno i due carrelli per il cambio biancheria ed emergenze... Perfino il freezer per il ghiaccio e la macchina del ghiaccio sono qui dentro).

Tutto a posto, lo saluto, mi sto infilando il giaccone e sono già sulla porta per uscire, arriva il carrellino con le due OS al seguito:
"Può uscire un attimo signora? Mi spiace ancora una volta..."
Ok, ho esagerato a rispondere male, poi me ne sono resa conto, ma stavo scoppiando. Dietro di loro passa la Dottoressa Benini e mi guarda sorpresa.
"Eh direi di sì, ancora una volta, sono quasi stufa di uscire! Sono qui a fare il vostro lavoro, avanti e indietro! Comunque me ne sto andando, perché io dovrei essere al lavoro adesso!"

Quando rientro Alessandro non ha ancora cenato, ha dovuto prima finire la trasfusione, ho appena iniziato ad imboccarlo, due cucchiai di minestra, che tornano.

"Può uscire un attimo signora?"
Mi ero ripromessa di stare calma... loro stavano solo facendo il loro lavoro, a volte senza cervello, ok... ma stavano lavorando...
Mi giro e le guardo, non mi sembrava di avere adottato uno sguardo assassino, ma forse sì, senza accorgermene.
"Torniamo dopo, finite la cena prima."

Dunque... non c'era nessuna urgenza... nessuno aveva suonato il campanello... a loro era venuto in mente che era ora di pulire il sedere a Renzo e Salomone...
Sono venute appena Alessandro ha smesso di mangiare, dopo cinque minuti che erano belli puliti uno di loro ha chiamato per la padella, Alessandro ha vomitato, chissà se per la scena subito dopo cena o se avrebbe vomitato lo stesso... così hanno dovuto rilavare il sedere...
Forse era meglio lasciarci mangiare in pace e venire solo quando chiamate...
Va beh... sono diventata cattiva!