domenica 17 dicembre 2017

Ho paura di morire

La domenica dovrebbe essere il giorno in cui dormo un po', vado in ospedale fino all'una e mezza, arriva mia mamma, vado a casa, mangiamo e poi qualche ora a letto, a guardare la TV, a dormire, e poi di nuovo in ospedale per la notte... per sei notti.

Oggi no, è il giorno dell'intervento.
Sveglia alle sei, doccia, vestiti e via. Alle sette siamo in ospedale.

Alessandro ha passato una notte come le altre, avanti e indietro dal bagno, Ivan ha dormito poco e niente.
Prepariamo tutta la roba e la mettiamo nelle borse, quando scenderemo in sala operatoria Roberto le caricherà in macchina e poi le sposterà quando avremo una nuova stanza.
Alle otto arriva il Professor Nascimbeni, ha saputo del polmone, il foro si chiama pneumotorace. Adesso faremo la lastra, ma lui ha già sentito gli anestesisti e si opera.
Alessandro è diminuito ancora, pesa 56 chili.

Le ore sembrano non passare, ci chiamano per la lastra, torniamo in camera,  noi le belle notizie ovviamente le abbiamo sempre chiuse nell'armadio...
Sale la stessa dottoressa del giorno prima, durante la notte la fessura si è allargata, bisogna andare in chirurgia toracica ed applicare un drenaggio.
Alessandro comincia a spaventarsi, cerchiamo di tranquillizzarlo come possiamo, ma nemmeno noi siamo tanto ottimisti ormai.

Con Roberto e Ivan scortiamo il suo lettino per i corridoi.
Alessandro sembra quieto solo esteriormente.
"Ho paura di morire".
"Ma no gioia, però è normale avere paura. Puoi urlare se vuoi, avresti ragione, non te ne va bene una. Stiamo andando in ambulatorio, neanche in rianimazione o in sala operatoria... cosa vuoi che ti facciano in ambulatorio?"

La Chirurgia Toracica deve ancora essere restaurata... è tutto vecchio, sebbene sia al Satellite, che una volta era la parte nuova dell'Ospedale. Era.
Entriamo in ambulatorio io e Ivan per le solite firme di autorizzazione, il medico spiega ad Alessandro che farà un taglietto sul fianco con il bisturi dopo avergli fatto un po' di anestesia locale, gli inserirà un tubetto da cui uscirà l'aria che sta comprimendo il polmone collassato.


Alessandro ha paura di soffrire ma medico ed infermiera lo tranquillizzano. Ci fanno uscire.
Aspettiamo circa un quarto d'ora, io prego, cerco di pregare almeno, perché il pensiero va a tutto quello che sta soffrendo il mio bambino, un altro taglio, altri punti, altre iniezioni, un altro imprevisto... ma andare bene una volta no?
Oggi è il 17 dicembre.
Ma non è venerdì mi dico.

Esce il medico e l'infermiera ci fa entrare.
Alessandro sembra un sopravvissuto, è molto sollevato. Andata anche questa... Vuol vedere cosa gli hanno fatto, fotografo, per lui e per il blog. Dobbiamo documentare!


Chiede all'infermiera di mostrargli il bisturi (usa e getta come tutti gli strumenti, forbicine, pinzette... costa meno buttarli che sterilizzarli. Ma sarà vero?), il filo che ha usato a ricucirlo, le garze...

Si riparte, via in stanza in attesa di scendere in sala operatoria.





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