martedì 12 dicembre 2017

Io mi metto le calze

Ieri sera gran movimento in reparto... o meglio, nella nostra stanza!
Rimanendo così tanto è naturale cambiare vari compagni di stanza...
Qualcuno si è fermato solo poche ore, come il signore che era in ambulatorio per una Tac e l'hanno ricoverato con urgenza e gli hanno salvato la vita... è molto simpatico e lo incontriamo sempre in corridoio, chiede di Ale e spara battute a raffica, ma appena arrivato ha turbato la nostra quiete chiamando tutti i numeri che aveva in rubrica per informarli del fatto parlando a voce molto alta...
Io e Renzo ci guardavamo e alzavamo gli occhi o la testa ondeggiava per commentare in silenzio, ormai ci capiamo al volo!
O come il pachistano che ha chiamato i soccorsi la notte dello svenimento di Ale, una notte e via. Era così silenzioso che non ci disturbava proprio...
Quello un po' più seccante è durato una settimana, si alzava mille volte a notte, denunciava tutti, accusava tutti di volerlo mandare in coma diabetico...
Noi e Renzo invece andiamo perfetti... lui è allettato, quindi il bagno è sempre libero per Ale!, è tranquillo, legge il suo giornale, io lo aiuto se ha bisogno ad abbassare un cuscino, a passargli un bicchiere, a mettergli in carica il telefono... Alle otto e mezza chiudo la porta e spengo le luci, lui dorme e io ed Ale guardiamo i nostri Ipad...
Abbiamo la nostra routine e vorremmo che il terzo letto fosse sempre vuoto.

Arriva un letto con qualcuno sopra con la coperta termica... chi sarà? non vogliamo nessuno!
"Metti un bambolotto nel letto!", mi dice Renzo.
Ma ormai è troppo tardi, tolgono il letto della camera e fanno entrare questo. Qui funziona così... i letti vanno e vengono..., non solo le persone, se le spostano le spostano nel loro letto e col loro comodino, poi riportano qui quelli puliti dell'altra stanza.
Guardo meglio e toh chi si vede?
Salomone!
Aveva ragione Renzo qualche settimana fa quando prevedeva che sarebbe presto tornato dentro trovato su un marciapiede!

E' entrato il dottor Contessi, epatologo. La Gastroenterologia divide il corridoio con Epatologia, ieri sera c'era lui di turno.
"Allora Signor Salomone, c'è scritto che l'hanno respinta da Sant'Anna..."
"bmbfmnblmn..."
"Ma lei è stato ricoverato qui un mese fa e poi ha firmato ed è uscito?"
"bmmgpdmmmbbbbbt..."
"Ma lei signor Salomone beve? lo sa che non deve bere? Quando ha bevuto l'ultima volta?"
"bmmdmfmf... domenica"

Domenica era il giorno prima...

"Ma qui vedo che è andato cinque volte alla Poliambulanza e non l'hanno mai ricoverato..., tre volte a Sant'Anna e l'hanno sempre respinto?"
e comincia tutta una filippica sulle cliniche che non accettano tutti e loro sono obbligati, e lui praticamente è una testa di cavolo che continua a bere anche se non può..............

Lo lasciano qui... e comincia l'inferno.
Ogni tre per due mi fanno uscire perché gli devono fare qualcosa.
In corridoio ci sono delle sedie. Chiedo a cosa servano:
"C'è il film sul grande schermo stasera, in camera vostra, adesso le portiamo là e ci sediamo."


E infatti il film inizia, ma senza seggioline.
Vuol la padella, gliela portano, lui metà la fa dentro, l'altra metà si alza, scivola e la fa per terra...
Poi gli tirano su le sponde del letto per non farlo muovere e lui biascica che deve vomitare.
Suono il campanello per chiamare gli infermieri, ne arriva uno solo che non sa come gestire la cosa da solo, mi chiede di chiamare rinforzi e fargli portare i guanti.
Io e Alessandro andiamo in bagno... e ci rimaniamo finché tutto torna tranquillo, o quasi...
Praticamente questo vomitando sangue e birra e vino ha schizzato quattro infermieri, di cui qualcuno anche sulle braccia nude.
Si tranquillizza e si mette giù.

Io invece incomincio ad incavolarmi... Ivan  ha preso le ferie ma ha problemi di dissenteria e finché non gli passa non deve avvicinare Alessandro, mia sorella ha il raffreddore e finché non le passa non può avvicinare Alessandro, i due che mi davano il cambio un po' di ore, poi arriva questo che rigetta in stanza sangue, alcool e chissà che germi e batteri...
Comincio a lamentarmi con l'infermiera che io vado dal DG (Dirigente Generale) e metto in piedi un casino, che questo qua lo dovevano lasciare al Pronto Soccorso in un tugurio oppure in fondo al corridoio dove tengono le barelle e le sedie a rotelle........

Mi rimetto giù sulla mia poltrona e provo a dormire.

Salomone si tira su nel letto:
"Toglietemi il catetere, toglietemi il catetere, toglietemi il catetere..." urla
Risuono il campanello, vengono, cercano di tranquillizzarlo, il catetere lo deve tenere...
Verso l'una vengono a prenderlo per portarlo a fare la gastroscopia, spero non lo riportino su...
Ma dopo un'ora torna.
E ricomincia:
"Toglietemi il catetere, toglietemi il catetere, toglietemi il catetere..."
Risuono il campanello.
Torna l'infermiere. Va a chiedere al medico e gli toglie il catetere.
Silenzio.
Bene, ora si dorme.

"Aiutooooo" Sto male, sto morendo..."
"Ma si muori, ma muori subito però, così dormiamo", non lo dico ad alta voce ma lo penso...

Si mette a sedere sul letto attaccandosi alla maniglia sopra. Mette una gamba fuori dalla sponda.
Ma dove vuole andare?
Risuono il campanello.
Arrivano.
Lo rimettono giù... si decidono a dargli qualcosa che lo faccia dormire, tacere, morire.
Basta che mi faccia dormire.
Ormai tutte queste notti di sonno interrotto mi stanno incattivendo.
Io non ho problemi poi al mattino ad uscire, andare al lavoro, ogni tanto sbadiglio, ma poi sono un grillo fino a sera. Però tutte le sveglie notturne mi rendono cattiva.
Forse ha ragione Roberto quando dice che non è vero che io sono buona.

Tra un viaggio e l'altro verso il bagno, perché qui non è solo Salomone che mi tiene sveglia, c'è anche Ale che deve andare in bagno... mi accorgo che Salomone agita le braccia con le flebo attaccate... risuono il campanello. Si è tutto ingarbugliato.

Arriva mattina, finalmente. Lo dico solo oggi. Di solito odio il mattino, i prelievi, la prova dei parametri, rifare i letti, lavare gli allettati, la colazione, le pulizie... tutto tra le cinque e le otto quando io vorrei dormire.

Devono fare il prelievo a Salomone.
Ha le vene distrutte peggio di quelle di Alessandro, come fanno per infilargli l'ago si rompono.
Decidono di mettergli il Venflon (la farfallina) alla caviglia.
Non è una grande idea comunque, dopo un po' lo vedo che si rotola nel letto, si piega come una rana diretto verso il muro, Ivan ha la faccia stupita/spaventata.
Passa in corridoio la dottoressa Benini, le faccio un cenno.
Entra.
"Signor Salomone cosa fa? Sta pregando verso la Mecca?"
Io esco in corridoio e chiamo un infermiere. Lo fanno girare, lo sgarbugliano e  gli dicono di stare fermo.
"Ho una crisi, dovete darmi il Valium, ho le crisi, sto male, a quest'ora io prendo il Valium"
Ma dateglielooooooo.

Alessandro vede il traffico attorno ai tubicini delle flebo che partono dalla caviglia.
"Io mi metto le calze"

Adoro le sue battute, nonostante tutto. Per lui non lo sono... ma a me fanno sorridere.
"Ale questa la devo scrivere!". Lo sa che sto scrivendo il blog. Ogni tanto mi dice."Mamma scrivi. Hai preso appunti?"

Ha una paura che le vene collassino di nuovo, la possibilità è il catetere al collo, come Renzo, e non lo vuole, nella mano non vuole essere bucato, nemmeno per i prelievi, figuriamoci adesso al piede...
"Come faccio dopo ad alzarmi e camminare?"
Povero il mio Ale.
Quante volte l'ho pensato? Domani è un mese che siamo qui.
L'hanno pesato e ha perso ancora peso, ora è 58.7, è alto un metro e ottanta. E' un'acciughina.



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