mercoledì 6 dicembre 2017

Voglio dedicare la mia vita a Dio

Ieri sera quando sono rientrata in ospedale c'era lo zio Eric (il fratello di Ivan), Greta (la mia nipotina) e suo papà, Flavio, mia sorella, tutti intorno al letto.
Stanno parlando, tutto normale.
Alessandro si alza per andare in bagno:
"Vedo tutto nero"
Io sono da quest'altra parte del letto, vicino ad Ale sulla porta ci sono lo zio Eric e Roberto.
"Prendetelo, tenetelo, sta per svenire". Ha gli occhi riversi all'indietro. Mi fa paura.
Mi sembra uno che sta per morire.
Mi avvicino svelta girando attorno al letto, Alessandro si è già ripreso. Esco a cercare qualcuno proprio mentre passa la Professoressa Ricci, le spiego che Alessandro ha visto nero e stava cadendo.
Entra subito.
Sembra tutto tornato alla normalità. Gli prova il battito sul polso.
Alessandro vuole alzarsi per andare comunque in bagno, ieri ci è andato 23 volte, 23 S.
Lo sorreggo per sicurezza mentre lui regge STO, hanno dovuto riattaccarlo al suo amico-nemico.
Giriamo intorno al letto, siamo quasi davanti al bagno, me lo sento cadere addosso, cerco aiuto. Io non riesco a tenerlo su, STO parte per i fatti suoi e sta per cadere.
Sono tutti pronti a sorreggere Alessandro, chi per le braccia, chi per le gambe.
Sento mia sorella:
"Porta fuori la Greta, porta fuori la Greta"
Alessandro è di traverso sul letto, STO in bilico perché lui agita le braccia, cerco di tenergli fermo quello con l'ago infilato per evitare che lo strappi e si faccia male.
Gli tirano su le gambe, è arrivata anche l'altra dottoressa.
Apre gli occhi e vede tutti chini su di lui.
Si spaventa.
"Cosa succede? Vi ho fatto male? scalciavo?
"No, no tranquillo, sei svenuto."
"Ah sì, stavo uscendo dal bagno".
"No Ale, stavi andando in bagno, e sei svenuto."
"Ma allora devo andare in bagno", e fa per alzarsi.
"No, Ale, non c'è più bisogno." Sul copriletto bianco ci sono chiazze di sangue, non è riuscito a trattenersi.
Per un attimo mi ricordo mia suocera, quando perse conoscenze, in coma qualche giorno prima di morire.
Quegli occhi all'indietro. Brutti.
Lui insiste: "ma perché? Devo andare in bagno."
"Tranquillo Ale, andiamo dopo, adesso non c'è più bisogno."
"Ma perché?"
"Perché l'hai già fatto."
Sembra non capire...
Gli provano la pressione, 140-80. i battiti, altissimi.
E' lo spavento.
Sta calmo per un po'... si riprende. Lo sgridiamo perché non mangia abbastanza.
Greta lo imbocca e gli fa mangiare uno yogurt.
Siamo tutti contenti di averla scampata.
Se ne vanno e rimaniamo io e lui, chiamo perché mi aiutino a portarlo in bagno.
Si siede sul wc, lo spoglio, passa al bidet, lo lavo, infilo boxer e calzoni puliti e torna a letto, io e lui, ormai sta bene, tutto passato.
Due ore più tardi ha bisogno del bagno, deve prima sedersi sul letto, mentre io chiamo qualcuno che mi aiuti almeno a portarlo, quando fa per alzarsi un'altra chiazza sul lenzuolo bianco, e comincia a vomitare. Anche lo yogurt.
Lo accompagniamo di nuovo in due in bagno, mentre lui è seduto sul wc, ci sta sempre un quarto d'ora/venti minuti... non so cosa deve farci... ma dice che deve scendere tutto..., io aiuto l'infermiere a cambiare le lenzuola e a rifare il letto. Mi dà un telino plastificato da mettere sotto, per ogni evenienza.

Nella notte ha di nuovo bisogno del bagno, sembra stare meglio e non chiamo. Tempo di fare due passi e mi si accascia addosso, cerco di spingerlo verso il letto per farlo cadere sul morbido, STO vola  e rimane sospeso di traverso. Il pakistano di fronte che ha preso il posto di Riccardo suona il campanello. Meno male non dorme mai. Ogni volta che mi alzo i suoi occhi ci seguono, è molto preoccupato per Alessandro.
Arriva l'infermiere, mi aiuta a portarlo in bagno quando si riprende, mezzo bicchiere di Coca Cola e zucchero, e poi torna a letto.

Questa mattina sta un po' meglio, insomma... meglio...
"Mamma, voglio andare a trovare qualche giorno lo zio Frate (in Trentino) e se mi piace rimango per sempre, voglio dedicare la mia vita a Dio e alla preghiera".



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