martedì 26 dicembre 2017

Prego tutto il giorno

Pensavo di dormire, visto che c'era Ivan con Alessandro...
Mi sono alzata all'una e sono andata a controllare, Ivan stava uscendo dal letto di Alessandro per entrare nell'altro.

Alle 2.41 mi è suonato il telefono: Alessandro.
Dalla stanza accanto.

L'ho accompagnato in bagno, ha avuto ancora incubi.
Il sacchetto è sempre quasi vuoto... ma non mangia niente da un giorno e mezzo, di cosa si deve riempire?
L'ho sorretto fino in camera, è tornato a letto.
Gli ho dato un bacio e sono tornata a dormire.

Alle 3.14 è suonato il telefono: Alessandro.
Sono tornata da lui, non riusciva a dormire, se chiudeva gli occhi vedeva brutte cose. Sono entrata un po' con lui, poi quando ha creduto di stare meglio mi ha detto di tornare a dormire nella mia camera.

Alle 7.15 è suonato di nuovo il telefono: è sempre Alessandro.

Ma Ivan cos'è rimasto a fare se poi mi sono dovuta alzare io? Lui intanto dormiva tranquillo...

L'ho riaccompagnato in bagno, il retto c'è ancora e anche due centimetri di colon, è per questo che dobbiamo fare la peretta di Mesalazina, c'è ancora del sangue e muco, e qualche volta si sporca ancora, ma niente a che vedere con prima dell'intervento... ma lo stesso io non sono tranquilla!
Preferisco quando chiedo e mi dice che non c'è nulla...

E' tornato ancora un po'  a letto.

Poco più tardi ci siamo alzati tutti, gli ho preparato il tè con le fette e la marmellata, le pastiglie.
Ha vomitato tutto.

Ho telefonato in reparto e mi hanno risposto di portarlo giù, ho preparato la borsa con i  cambi, i guanti, l'acqua, il tè... e con Ivan siamo tornati in ospedale.
Piovigginava.

Siamo rimasti qualche ora nell'ambulatorio del reparto, non c'era nemmeno un letto disponibile, ed il rischio era di finire in seconda chirurgia, che non ha una buona fama... ma non ci hanno fatto passare dal Pronto Soccorso e ci hanno tenuti qui.
Poi ci hanno mandato a fare le lastre al torace (il foro nel polmone è sempre lì) e all'addome.
Alessandro si lamenta per il mal di pancia, va e viene a tratti.

Quando finalmente hanno spostato una signora abbiamo avuto una camera tutta per noi...
"Dillo Ale che sei tornato perché volevi la suite!"

Roberto è arrivato con i cuscini, le coperte di pile, le mie ciabatte... a casa ha incontrato mia mamma, che piangeva: povero il suo Ale e povera figlia sua, chissà cosa deve sopportare.
Mi spiace che debba patire così tanto... in queste settimane ho cercato di farla reagire, ma lei piange... è pessimista: chel gnaro le el ve piö  fò (quel ragazzo lì non esce più), quante volte lo ha ripetuto?
Quanto ha pianto mentre lavava mutande e  pigiami pieni di sangue?, mentre gli preparava i cambi puliti?

Io mi sono rassegnata a dormire di nuovo in poltrona. Ora la stanza è grande e non do fastidio, gli hanno attaccato la flebo a sinistra e io mi accomodo a destra.
Ho chiuso la porta e spento la luce.

"Io mamma prego tutto il giorno" e guarda in su verso il Crocifisso appeso sopra la porta.
Comincio a pregare anch'io ma so già che mi addormenterò presto.
Sono stanchissima.
Ormai da settimane sono stanca.
E devo essere pronta per quando mi sveglierà per qualcosa.




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