domenica 17 dicembre 2017

Toglietemi il catetere

Abbiamo raggiunto le sale operatorie con le due OS, una spinge il lettino e l'altra lo direziona.
Non sanno nemmeno loro quale è quella giusta.
Alessandro ha paura:
"Avanzate più che potete", vorrebbe che entrassimo con lui, ma ad un certo punto ci fermano, lo baciamo, gli stringo la mano.

Come si fa a lasciar entrare il mio bambino da solo? Mi metterei lì in parte buona buona, solo a controllare che tutto vada bene, visto che fino ad ora tutto quello che poteva andare storto è andato storto...

Non possiamo.
Roberto va via, ritornerà fra qualche ora, tanto ci sono almeno sei ore da aspettare, fra il tempo che passa prima che lo addormentino e quando si sveglierà.

Escono i due anestesisti, prima uno e poi l'altra. Ci fanno qualche domanda su Alessandro, sulle malattie famigliari.

Rientrano.

Comincia l'attesa.

Proviamo a dormire sulle sedie, io prego, mi sdraio e mi raggomitolo perché qui fa freddo. Ivan appoggia la testa al muro.
Mando un messaggio al gruppo famiglia, ci servono le coperte di pile che ha in auto Roberto.
Portano fuori il lettino di Alessandro e ci riconsegnano il suo cuscino, che è nostro e non dell'ospedale (che usa solo cuscini e materassi di plastica, ignifughi, ma veramente indecenti)

Arriva Roby con le coperte, era ancora in giro, poi va a casa.

Ci copriamo e proviamo a dormire un po'.

Ci messaggia mia sorella, poi arriva con un thermos pieno di tè caldo, ci voleva... ma ci vorrebbe qualcosa di più forte.

Finalmente alle 17.30 esce il chirurgo.
"Tutto bene! E' il colon più brutto che ho visto negli ultimi sette/otto anni. L'ho asportato tutto, ne ho lasciati solo un paio di centimetri."
"Era molto infiammato?", chiedo. Dallo stato dell'infiammazione dipende la ripresa, prima del prossimo intervento.
"Molto, molto infiammato." Ha un'espressione grave.
"Il retto invece mi ha sorpreso, l'ho trovato in condizioni migliori di quanto mi aspettassi. Adesso aspettate che si svegli e poi uscirà. Verranno a parlarvi anche gli anestesisti"

Ci saluta  e se ne va.
Grazie, grazie, grazie.

Dopo qualche minuti arrivano entrambi gli anestesisti, tutto a posto... Il polmone sebbene iperventilato per l'intervento ha retto.

Arriva anche Roberto.

Dopo una mezz'oretta si apre la porta e arriva il lettino con il nostro Alessandro, l'infermiere ci permette di avvicinarlo e baciarlo.
Gli accarezzo il viso.
"Toglietemi il catetere." Sono le sue prime parole.

"Eh no Alessandro... non comincerai anche tu come Salomone!"


Siamo tutti sollevati, ce l'ha fatta.
DICIASSETTE dicembre duemilaDICIASSETTE, un imprevisto dietro l'altro, ma oggi ce l'ha fatta, è fuori.
Conta solo questo.
Non pensiamo al sacchetto adesso, agli altri due interventi. Per adesso è finita.
Basta sangue, basta svenimenti, basta vomito, basta...


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