lunedì 4 dicembre 2017

Compagni di stanza

Alessandro non è molto di compagnia... si infila le cuffiette e si districa tra telefono e il mini Ipad di Matteo, mio nipote.
Io sono un po' come lui, profilo basso... mi porto da cucire i miei alberelli in feltro, prendo appunti per il blog, la sera gioco a CandyCrush per non pensare, come sempre, mando qualche messaggio su Whatsapp. Il telefono qui non prende quasi niente, se anche suona e rispondo non si capisce niente, spesso e volentieri guardo lo schermo e leggo NESSUN SERVIZIO.
Per fortuna mi sono portata il cubo della  3 e navigo, Alessandro sfrutta l'wi-fi dell'Ospedale come degente. Guarda video a tutto spiano o film e serie su Netflix.
Con i compagni di stanza poche parole.
Ci pensa mia sorella la sera ad attaccare bottone con tutti... o mia mamma il sabato e la domenica...

Riccardo se n'è andato, quello che pensavamo fosse un antiquario se n'è andato...
E' arrivato Ziliani... e per fortuna era solo in appoggio, appena si è liberato un letto nell'altro metà reparto, in Epatologia, lo hanno spostato.
Non era cattivo intendiamoci... ma due 00... diabetico, prova glicemia ogni tre per due, non gli andava bene niente, aveva appena bevuto te e mangiato fette biscottate a colazione, voleva caffè latte se no lui andava in coma diabetico, e le bustine di zucchero non bastano, e solo una pasta e ho la glicemia troppo bassa...
E io denuncio tutti qui tanto una denuncia più o meno...
Gira col catetere e il pannolone che gli casca dappertutto.
Si sdraia sul letto, tira giù calzoni e pannolone e prende aria, poi chiama l'infermiera perché gli metta il talco sul pisello...
Un film d'autore...
Ogni tre per due si infila la giacca sopra il pigiama con le pecorelle (ha chiamato sua moglie e gli ha detto di portargli un pigiama suo, da uomo, e non uno da donna come quello che indossa...) e scende a fumare o a prendersi il caffè...
E un bel giorno l'hanno spostato, passa in corridoio, chiede come sta Ale:
"Sa, ho una figlia anch'io. Speriamo dai... speriamo."

Poi arriva il letto con qualcuno sopra, coperta oro termica, mascherina dell'ossigeno.
Lo guardo bene... ma questo è Calai! Ci si ritrova!
E' il vicino di letto della camera di prima... Ma cavolo!, cosa gli è successo? L'ho lasciato che girava per i corridoi, non l'ho più visto e pensavo fosse uscito...

Purtroppo è stato qualche giorno in rianimazione ed ora è tornato in queste condizioni...
L'ossigeno bolle notte e giorno, bllbllbbblblbllblbbllbl
Altro che musichetta fengshui la notte... ma mi abituo presto, ormai mi alzo, faccio, mi ridistendo e mi addormento di botto, quasi sempre, in attesa del prossimo risveglio.
Calai... tutti lo conoscono, infermieri e OS, i pulcini, gli operatori sanitari, i medici. Qualcuno lo chiama per nome, Renzo, e ben presto anche noi cominciamo a chiamarlo Renzo.
E' un po' come fosse un altro nonno di Alessandro.
E' un successo anche per noi quando gli tolgono la mascherina dell'ossigeno, quando lo mettono seduto, quando finalmente arriva il tè freddo con la cannuccia...
Alessandro mangia poco e niente e Renzo sogna le tagliatelle...

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