mercoledì 27 dicembre 2017

Inter vs Milan 2

Appena arrivati in reparto ieri abbiamo ritrovato Roberto, il nostro compagno di stanza, lui è rientrato la sera stessa con forti dolori e perché vomitava sangue.
Sono convinta che siano stati troppo frettolosi nel dimetterci prima di Natale.
Il reparto era incasinatissimo per le ferie degli infermieri, se non le facevano le perdevano, durante l'anno non le hanno fatte o non gliele hanno fatte fare... chi lo sa... dicono che è così ogni anno, ma ogni anno è Natale, mi dico... dovrebbero essere pronti! intanto chi ci rimette sono i pazienti.

Per tutto il giorno Alessandro ha avuto dolori, non ci hanno detto niente delle radiografie di ieri, non sappiamo niente della causa del vomito.
Alessandro è a digiuno da ieri, stamattina e a pranzo solo un po' di tè.

Siamo scesi a fare l'ecografia all'addome, l'attesa è stata lunga e Alessandro soffriva molto. Gli ho sistemato il suo cuscino dietro la schiena sulla carrozzina, ma non trovava la posizione giusta. Una coperta di pile sulle spalle e una sulle gambe. Si alzava e facevamo due passi, si appoggiava al muro, si sedeva sulle sedie della sala d'aspetto, prima senza cuscino, poi col cuscino, poi senza cuscino, poi tornava sulla carrozzina, poi altri due passi.
"Scusa mamma, lo so che ti faccio tribolare".
"Non preoccuparti tesoro, mi spiace che stai così male."
Gli accarezzo il viso, i capelli, gli massaggio il collo...

Avevamo tre persone davanti ma andava per le lunghe, e lui soffriva. I tre dopo di noi erano preoccupati per lui. Se fossero stati avanti ci avrebbero ceduto il posto, quelli davanti a noi no... non ci hanno pensato.
Cercavo di tenerlo buono come potevo, voleva tornare in camera, stendersi.
Non si è mai lamentato fino ad ora, ma oggi non ce la faceva più.
Sul muro gli ho fatto leggere un cartello scritto dagli infermieri:


Ad un certo punto ha avuto nausea, mi chiede il secchio... ma dove lo trovo nella sala d'aspetto dell'ambulatorio? C'è solo un piccolo lavandino, e già mi chiedo cosa ci faccia lì.
"Se hai bisogno ti alzi e vomiti nel lavandino."
"No mamma, dammi il secchio."
"Quale secchio?", vaneggia?, sempre colpa dell'anestesia...
"Mamma, il secchio, quello lì."
Me lo indica, è il cestino della spazzatura.
Glielo metto in braccio e si tranquillizza.


Quando finalmente ci hanno fatto entrare e si è steso sul lettino ha iniziato a stare un po' meglio, ad avvertire meno dolore.
Il medico muoveva la sonda sul fianco destro:
"Il fegato è a posto. C'è un piccolo versamento di circa un centimetro e mezzo."
Si è spostato sul fianco sinistro:
"La milza è nella norma".


Andava su e giù per l'addome, dove poteva in mezzo ai cerotti che coprono i vari tagli. Si fermava, toglieva i cerotti e metteva degli adesivi trasparenti. Spalmava il gel e ripassava la sonda. Ripetutamente.
Niente. Non si vedeva niente.
"Qui è tutto pieno d'aria, non si vede niente, valuterà il chirurgo".
Mi sono un po' spaventata... chirurgo... taglia... di nuovo.
Visto come è fortunato di sicuro devono intervenire di nuovo, è uscito qualcosa...

Siamo tornati in camera, nessuno in vista. La camera è in fondo al corridoio, fuori dal passaggio tra infermeria, cucina, bancone accoglienza... si sono dimenticati di noi.

Nel pomeriggio è arrivato Ivan, non ha vomitato la minestrina che gli hanno dato, o almeno quel poco che ha mangiato, Ivan gli fa prendere le pastiglie in piedi e lo costringe a camminare, ma Alessandro ha dolore e vorrebbe stendersi.
E' tornata la febbre, gli hanno attaccato una flebo con l'antibiotico. Ma quanti antibiotici gli hanno fatto in queste settimane? Così tanti neanche in tutta la sua vita. Ho avuto un figlio sano io.

Quante volte in queste settimane me lo sono ripetuto? Nella mia vita ho avuto tanti problemi, ho fatto errori,  ma avevo fatto due figli belli, sani e intelligenti. Me lo sono detto tante volte quando li guardavo. Ero fortunata. Ero.
Perché non è vero che ho fatto due figli sani.
Se Alessandro si è ammalato, se ha la rettocolite ulcerosa è colpa mia, mia e di Ivan messi insieme. Sono stati i nostri geni mischiati.
Io non volevo fare un figlio per dargli tutta questa sofferenza.

E' arrivata sera, e io ho ripreso il mio posto vicino ad Alessandro, che non sapeva più dove stare...
Due passi, poi si stendeva sul letto, poi voleva stare in poltrona...

Verso le nove è passato Roberto a chiamarlo:
"Dai vieni! C'è la partita. Inter-Milan".

L'ho convinto ad andare in sala Tv.
Si è sistemato sulla poltrona a rotelle, poi sono andata a prendergli il cuscino perché stava scomodo, poi ha voluto tornare a letto.
Si è steso venti secondi e ha voluto tornare alla partita.
Si è messo sulla poltrona di nuovo ma non si poteva reclinare, sono andata a prendere quella che uso la notte. Gli ho alzato i piedi. Sono andata a prendergli la coperta.
Siamo tornati  a letto, io spingendo la poltrona.

Nel frattempo Roberto, interista (pure lui come Riccardo, due compagni di stanza, due interisti), si lamentava della scarsità di gioco della sua squadra.
ogni tanto altri due pazienti andavano e venivano per vedere a che punto stava il risultato, interisti pure loro...

Siamo tornati di nuovo in sala Tv, Alessandro si è seduto sul divanetto, poi ha cercato di sdraiarsi, abbiamo assistito al gol del Milan... ma Alessandro non ha forze per esultare. Il dolore non gli dà pace.

Mentre stavamo tornando per l'ennesima volta in camera barcolla, lo sostengo e vomita... fa la strada dal corridoio alla camera... si sporca il pigiama.
Dal fondo del corridoio una Os mi ha visto ed è venuta a pulire, gettando in terra delle lenzuola pulite.
Io l'ho accompagnato in bagno per ripulirlo e cambiarlo prima di metterlo a letto.
Un'altra cena andata, vitamine e calcio...
E prepariamoci ad un'altra bella notte...

Nessun commento:

Posta un commento