giovedì 23 novembre 2017

Piazza Mercato

La Professoressa Ricci è stata di parola: Alessandro è trasferito nel suo reparto in Gastroenterologia, nuovissimo, qui è il fulcro delle MICI (Malattie Infiammatorie Croniche Intestinali)

Cominciano con gli esami, con le flebo.
Siamo tutti più tranquilli, ormai è in buone mani, una settimana e torna a casa nuovo e sano.

E' ora di pensare alla notte... stasera non è più così grande.
"Mamma mi farebbe piacere se restassi. Però vedi tu..."

Ho un'alternativa? No...
Rimango.
Mia sorella mi recupera una poltrona dalla sala TV, la incastro tra il suo letto e il muro, non c'è spazio nemmeno per passare, mi copro con la coperta dell'ospedale che ho trovato nell'armadio, marrone, più brutta che non si può, fa le scintille (e poi dicono che è ignifuga...), e uno dei suoi cuscini, non riesco nemmeno a capire di cosa è fatto, non è nemmeno gomma... è plastica! (ignifugo pure questo... ma quanti ospedali si sono mai incendiati? e quanti soldi si sono intascati gli amici degli amici per queste commesse?)

Spero di dormire, io domani mattina attraverso la piazza e vado al lavoro...

Cioè... credevo di dormire!

L'ospedale non è il luogo migliore per dormire, e si sa... qualche volta sono stata ricoverata anche io...  però che nel bel mezzo della notte si sentano gli zoccoli in corridoio, le chiacchiere e le risate come se fossimo nella Piazza del Mercato no...
eh no...
io voglio dormire!

Passi accompagnare in bagno Alessandro, passi il controllo notturno... ma il chiamarsi da un capo all'altro del corridoio no... raccontarsi i fatti loro che ora li so pure io no!

Vorrei alzarmi e farli zittire, cerco di girarmi su quella poltrona... ma è difficile, se mi metto supina le braccia cadono in terra, se mi giro di fianco c'è una larga fessura tra seduta e schienale... mi devo attrezzare...

Nei giorni successivi mi faccio portare una coperta di pile che incastro sotto la schiena in modo da raddrizzarmi un po' senza vuoti...

Alle 5.20 passano a fare i prelievi.
Alle 6.00 tutti fuori dal letto, devono rifarli, io piego la mia poltrona e la riporto in sala TV.
Alle 7.00 arriva la signora delle pulizie
Alle 7.30 altri prelievi, prova pressione, glicemia, temperatura.
Alle 7.45 arriva la colazione

Comincio già da subito ad odiare tutti... io fino a ieri mi alzavo alle 7.45, bagno, vestiti e alle 8.10 in auto.
Qui non dormo niente e mi fanno alzare che c'è ancora buio, e odio quelle luci accecanti che accendono.
Odio il cicalino dei relè degli interruttori delle luci sopra il letto, gli infermieri arrivano, li provano tutti e due, accendono e spengono, ma da quanto lavorano qui? Non hanno ancora imparato che l'interruttore sopra accende la luce sopra, quello sotto la lucetta sotto?
Ma non potrebbero accendere solo la luce notturna invece di quella centrale?

Se non dormo sono cattiva...
Odio le loro voci squillanti quando alle 6.00/6.20 arrivano, accendono la luce e sbraitano: Buongiorno!
No, buongiorno niente... mi avete rotto i timpani... qui stavamo dormendo tutti, o ci provavamo dopo la sveglia per il prelievo...

Poi imparerò a spegnere la luce il prima possibile subito dopo che i parenti se ne sono andati, a chiudere la porta, e al mattino, fra un'entrata e l'altra, a fare altrettanto. Meno rumori e luce ci faranno dormire qualche minuto in più, e ne abbiamo bisogno.
Io ne ho bisogno.
Io non smonto e poi vado a casa a dormire.
Io vado a lavorare.

(Credo di non aver mai odiato tanto nella vita come durante la degenza di Alessandro)

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